1 - I CALCI DI CRAXI
Filippo Facci per Libero
FILIPPO FACCI
Oggi è il decennale della morte di Benedetto Craxi detto Bettino, uomo politico italiano, latitante secondo gli uffici giudiziari della Penisola, rifugiato politico secondo il governo tunisino che l'ospitava, maggior modernizzatore del Dopoguerra a margine dell'unico reale dibattito in corso in questi giorni (come tanti servi di procura non hanno ancora capito) e personaggio che risorgendo dalla tomba, col piede sano, avrebbe probabilmente preso a calci nel culo la maggioranza dei pellegrini di Hammamet che adesso lo riveriscono e che per tutti gli anni Novanta lo lasciarono morire, ignorandolo.
Ad Hammamet amici e ministri ricordano CraxiFrase di Bettino Craxi che sua figlia, Stefania, ha incorniciato dietro la propria scrivania: «Tutto vorrei, tranne che essere riabilitato da coloro che mi hanno ucciso».
2 - CRAXI RACCONTA CHE D'ALEMA GLI AVEVA MANDATO UN BIGLIETTO D'AUGURI MA CHE NON LO AVEVA FIRMATO
Episodio tratto dal libro di Francesco Cossiga «La passione e la politica», Rizzoli 2000, nostra sintesi: Bettino Craxi incontrò l'ex presidente Cossiga dieci giorni prima di morire, il 29 dicembre 1999. Craxi quel giorno è su una sedia rotelle e non beve, non mangia non fuma, anzi, dice sempre di non fumare anche alla ragazza che gli porta le medicine: ti fa male, le dice. Cerca di alzarsi, ma ogni volta si riaccascia. Lui e Cossiga parlano delle cose più varie: Adriano Celentano, il sedere di Claudia Mori, Massimo D'Alema: «Spregiudicato», dice Bettino di quest'ultimo, «ma più fragile di quel che appare».
Cossiga abbraccia Craxi
Racconta che D'Alema gli aveva mandato un biglietto d'auguri ma che non lo aveva firmato. Poi regala a Cossiga alcune cose: litografie dei fratelli Lumière comprate a un mercato parigino, altre litografie con la preghiera di Maometto (compresa una che aveva regalato anche al Papa). Craxi, durante il congedo, ha il tipico modo spiccio che hanno le persone timide nell'accomiatarsi; prima che Cossiga sia uscito dalla villa, lo fa richiamare; si chiudono in una stanza, si abbracciano. Craxi ha le lacrime agli occhi: «Tu sai che è l'ultima volta che ci vediamo, vero? Volevo salutarti da solo».
adriano celentano claudia moriFrase di Bettino Craxi che sua figlia, Stefania, ha incorniciato dietro la propria scrivania: «Tutto vorrei, tranne che essere riabilitato da coloro che mi hanno ucciso».
3 - CRAXI: HO DATO SOLDI ANCHE A PANNELLA
Ultimi timbri sul passaporto di Craxi: Roma-Tunisi il 5 maggio 1994, Tunisi-Parigi l'8 maggio, Parigi-Tunisi il 16 maggio, poi non ha più lasciato la Tunisia. Vittorio «Bobo» Craxi nel suo libro «Route El Fawara: Hammamet»: «Arrivammo all'aeroporto di Orly (Parigi) all'ora di pranzo, Mitterand gli telefonò in albergo e lo ricevette poco dopo. Quando ritornò era sereno e sorridente, Mitterand gli aveva fatto un discorso da socialista e da amico: "Se ritieni opportuno avere una protezione io sono in grado di offrirtela". Mio padre era soddisfatto, aveva avuto da Mitterand esattamente quel che s'aspettava...
MASSIMO DALEMA MISTICO
Però la sera stessa apprendemmo dal telegiornale francese che si era appena suicidato Pierre Bérégovoy, ex primo ministro di Mitterand e suo uomo di fiducia, per una vicenda di tangenti... annunciava anche in Francia una sorta di Mani pulite».
Dallo stesso libro: «Ho dato soldi ai palestinesi e ai sandinisti, ai socialisti spagnoli e portoghesi, ho aiutato le forze democratiche dell'Est che si ribellavano ai sovietici e quelle cilene che resistevano a Pinochet. Ho dato soldi anche a Pannella, e me lo ricordo Marco, quel giorno alla Camere mentre parlavo chiamando tutti i partiti in causa. Salì le scalette dell'emiciclo fin sotto il banco da dove parlavo, e gli leggevo negli occhi il timore che dicessi: sì, ho dato soldi pure ai Radicali. Evidentemente, anche Marco non mi conosce bene».
4 - BERLUSCONI TELEFONA A CRAXI: DI PIETRO MINISTRO
Vittorio «Bobo» Craxi nel suo libro «Route El Fawara: Hammamet», Sellerio 2003: «Una sera mio padre fu raggiunto da una telefonata a casa, quindi si spostò in un altro luogo dove poter comunicare più tranquillamente e senza venir registrato, io lo accompagnai. Ripreso il contatto telefonico, Berlusconi gli comunicò che era sua intenzione portare Antonio Di Pietro ad un ministero o alla direzione generale dei servizi segreti.
PANNELLA AD ANNOZERO
"Tu che ne pensi?", domandò Berlusconi. "Penso che sei diventato matto", rispose mio padre chiudendo lì la conversazione politica, "sì, sto bene, non proccuparti per me ma non chiedermi che cosa ne penso". Una telefonata breve».
françois mitterandStesso libro: «Eravamo sul divano di casa nostra ad Hammamet per seguire lo scrutinio delle elezioni europee, e scoprivamo che dal 20 per cento di due mesi prima Berlusconi e Forza Italia erano passati al 30. Papà, incredulo e divertito, esclamava: "Io ho sbagliato tutto nella vita. Ho lavorato trent'anni in un partito, e ogni volta che guadagnavamo lo 0,5 facevamo i salti di gioia, brindisi e gran sventolio di bandiere. Questo, invece... è un altro mondo».
Dichiarazione di Franco Zeffirelli del 25 luglio 1993: «Uno così, in altri tempi, sarebbe stato impiccato». Dichiarazione alla Camera di Luigi Rossi, deputato Lega Nord, il 29 aprile 1993: «Onorevole Craxi, ai tempi di Robespierre lei sarebbe già stato ghigliottinato».
silvio berlusconi E CRAXI
5 - MIELI, FELTRI, RUTELLI, OCCHETTO: SEPOLTURA PER CRAXI
Paolo Mieli sul Corriere della Sera del 16 dicembre 1992, giorno successivo al primo avviso di garanzia a Craxi: «Ha perso la sua partita, indipendentemente da quella che sarà la sentenza dei giudici». Comunicato della Lega Nord, stesso giorno: «L'avviso a Craxi cessa di essere un fatto politico e diventa solo uno squallido episodio di cronaca nera».
Craxi e Berlusconi
Achille Occhetto sulla Repubblica, stesso giorno: «Siamo alla fine del regime». Francesco Rutelli su Repubblica del 2 dicembre 1993: «Voglio vedere Craxi consumare il rancio nelle patrie galere». Vittorio Feltri sull'Indipendente del 9 gennaio 1993: «Se è vero che anche un politico è innocente fino a prova contraria, è anche vero che questa vicenda non è un giallo e non si tratta di aspettare l'ultimo capitolo per capire chi è l'assassino».
Strofa della canzone «Hammamet» cantata dal comico Paolo Rossi nel 1993: «Oh Hammamet, e la prigione mia più bella sei tu. Silvio consentimi... che prima o poi, vedrai, ci vieni anche tu».
craxi e di pietro
Umberto Bossi, 26 luglio 1993, mesi prima che Craxi lasciasse l'Italia: «Quando scoppiano le rivoluzioni, i re non sono mai destinati alla galera. Salgono sulla ghigliottina o muoiono in esililo. Craxi ha già scelto l'esilio». Bettino Craxi, 29 dicembre 1992: «Mi hanno già seppellito. Meno male che ho fatto i buchi nella bara e continuo a respirare. I nervi sono saldi, è del cuore che non mi fido».
6 - ALTISSIMO, LA MALFA, MARTELLI
Dichiarazione del liberale Renato Altissimo in data 22 dicembre 1992: «Craxi ha denunciato un sistema di finanziamento ai partiti che coinvolge tutti e non solo il Psi, ma io non mi sento affatto colpevole, non sono corresponsabile». Data della condanna definitiva di Renato Altissimo per finanziamento illecito dei partiti: 13 giugno 1998.
nug18 zeffirelli
Dichiarazione di Claudio Martelli in data 9 febbraio 1993: «Dopo dodici anni di odiose insinuazioni, la verità inizia a venire a galla. Il conto Protezione, come si vede, non era mio, non ne sono mai stato beneficiario né direttamente né indirettamente». Data dell'avviso di garanzia a Martelli per il conto Protezione: ventiquattr'ore dopo; condanna in Appello: 13 luglio 2001; prescrizione: 26 febbraio 2003.
Espressione adottata dal segretario repubblicano Giorgio La Malfa per sostenere il Pri durante la campagna elettorale del 1992: «Partito degli onesti». Data delle dimissioni di La Malfa per avviso di garanzia: 25 febbraio 1993; condanne definitive di La Malfa assieme a Bettino Craxi: una per la tangente Enimont.
cap88 mieli craxi
Da un'intervista televisiva rilasciata da Craxi il 23 settembre 1999 per la trasmissione Meteore, su Italiauno; domanda: Conosce a memoria il verso di una poesia? «Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta / ch'ogni lingua deven tremando muta e gli occhi non ardiscon di guardare».
VITTORIO FELTRI7 - L'OPPOSIZIONE DI BORRELLI AL RIENTRO IN PATRIA DI CRAXI PER OPERARSI
Vittorio «Bobo» Craxi su la Stampa di ieri: «A metà ottobre del 1999 si scopre che operare mio padre in Tunisia avrebbe significato accelerarne la fine. Alcune delle massime autorità dello Stato si mossero motu proprio, ma furono stoppate. Luciano Violante ci raccontò che della vicenda si erano interessati il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e il capo del governo Massimo D'Alema, e che a opporsi alla possibilità di far rientrare mio padre da uomo libero fu in prima persona il Procuratore generale della Procura di Milano, Francesco Saverio Borrelli».
hja27 renato altissimo
5ba48 salvatore lauro mpia la malfaBruno Vespa in Scontro finale, Mondadori 2000: «Nell'ottobre 1999, prima dell'ultimo intervento, Don Verzè si era rivolto a Francesco Saverio Borrelli. "La cortese risposta - mi dice il sacerdote - fu un diligente allineamento alla legge"». Don Verzè sul Giornale del 22 gennaio 2000, durante i funerali di Craxi: «Avevo fatto avere tutta la documentazione clinica... Sono andato, discretamente, ma con la morte nel cuore, a chiedere a supplicare: fatelo tornare, è questione di giorni. E hanno detto no... ha detto no chi aveva il potere di dire sì».
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Bruno Vespa in Scontro finale, Mondadori 2000: «Nel giorno dei funerali di Craxi i magistrati milanesi fecero filtrare la motivazione, allora inedita, della sentenza del processo All Iberian, conclusosi nell'ottobre '99 con la prescrizione dei reati addebitati a Craxi e a Berlusconi».
borrelli
[19-01-2010]
by dagospia
martedì 19 gennaio 2010
CRAXIANA BY FACCI - BETTINO avrebbe probabilmente preso a calci nel culo la maggioranza dei pellegrini di Hammamet che adesso lo riveriscono e che per tutti gli anni Novanta lo lasciarono morire, ignorandolo - "Ho dato soldi anche a Pannella, e me lo ricordo Marco, quel giorno alla Camere mentre parlavo chiamando tutti i partiti in causa. Salì le scalette dell’emiciclo fin sotto il banco da dove parlavo, e gli leggevo negli occhi il timore che dicessi: sì, ho dato soldi pure ai Radicali. Evidentemente, anche Marco non mi conosce bene"....
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