domenica 17 gennaio 2010

fax da bettino a silvio

Notizia Successiva >HomePage | Segnala articolo
4.4.1993, CRAXI-STRATEGY PER SILVIO: “FONDA UN PARTITO, USA LE TV E SALVA IL SALVABILE" - UN FAX DEL 1995 DI TRE PAGINE INVIATO DA BETTINO A SILVIO FITTO DI SUGGERIMENTI: "ATTACCA DI PIETRO. NON TI FIDARE DI FINI. IL BINOMIO BERLUSCONI-FINI HA PERSO PRIMA ANCORA DI INCOMINCIARE. FINI PERDE POCO, PERCHÉ SI PUÒ ACCONTENTARE CHE LO SALUTINO" - CRAXI: "IL PCI-PDS È IL PARTITO CHE AVEVA PIÙ RISORSE E FINANZIAMENTI ILLEGALI. FINANZIATO DALL’INTERNO E DALL’ESTERO. OGGI È IN CATTEDRA DANDO LEZIONI DI MORALIZZAZIONE. NEGLI ULTIMI ANNI IL RESPONSABILE POLIOTICO-AMMINISTRATIVO ERA D’ALEMA. ORA CHE SU TUTTO QUESTO NON SI È APERTO UN FRONTE È COMPLETAMENTE ASSURDO" - (EPPURE, DURANTE LE INDAGINI DI MANI PULITE, BERLUSCONI NON SPENDE UNA PAROLA PER L’AMICO BETTINO. I SUOI GIORNALI E LE SUE TV E FELTRI TIFANO PER IL PM DI PIETRO) -

1 - UN FAX DEL 1995 DI TRE PAGINE INVIATO DA BETTINO A SILVIO
Leo Sisti per Il Fatto

Raccontano le cronache politiche che il pranzo di giovedì tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si è concluso con una "tregua armata". Cioè, per uno come il premier, abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, male. Eppure doveva saperlo che l'attuale presidente della Camera è un osso duro. Glielo aveva preconizzato, fin dal ‘95, Bettino Craxi, di cui martedì 19 gennaio ricorre il decennale della morte.


Berlusconi al funerale di Craxi sullo sfondo Giuliano Cicconi Salvatore Lo Giudice Maria Vittoria Pillitteri
"Diffida di Fini", gli intimava l'ex segretario socialista, latitante ad Hammamet, in Tunisia. E lo aveva raccontato, nero su bianco, in tre paginette, trovate dalla Digos, durante un sequestro di documenti ordinato dal sostituto procuratore di Mani Pulite Paolo Ielo, pm nell'inchiesta sulle tangenti alla Metropolitana milanese.


LETTERA DI BERLUSCONI A CRAXI
Era il 7 luglio di 15 anni fa e da un archivio di via Boezio a Roma, sede della Giovine Italia, creatura socialista guidata da Luca Josi, craxiano di ferro, ecco spuntare, in mezzo a tanti scatoloni lì ammucchiati, ricchi di documenti storici del Psi, le "riflessioni" di Bettino.

Sono i consigli di un anziano e navigato leader a Berlusconi su come farsi largo nelle acque torbide della politica: gli suggerisce infatti di non "imperniare lo sviluppo politico sullo stretto binomio Berlusconi-Fini, che ha perso prima ancora di incominciare. Fini perde poco, perché si può accontentare che lo salutino. Berlusconi perde".


CRAXI-BERLUSCONI
Nel "decalogo" Bettino scrive che Forza Italia "deve riacquistare la sua autonomia e non risultare subalterna alle esigenze di alleati infidi e ipocriti...deve riassumere il ruolo di una forza di centro, in grado di dialogare a destra e a sinistra". È la versione anticipata dell'inciucio. Craxi cita la Fininvest come protagonista di "un sistema inquinato dell'informazione politica".


CRAXI, BERLUSCONI E PANSECA
Raccomanda all'amico neofita alcune mosse che verranno in seguito, in parte, eseguite. Lo incita a essere intransigente ed aggressivo (contro Massimo D'Alema e il Pci-Pds), contro Antonio Di Pietro e il pool di Mani Pulite, richiedendo a gran voce una serie di inchieste parlamentari sui più svariati argomenti. Lo invita a puntare sul "rinnovamento" in un'edizione anticipata del "partito dell'amore".


silvio berlusconi E CRAXI
La stesura dei "consigli" da Hammamet risale a giugno ‘95, all'epoca del governo di Lamberto Dini, dopo la caduta del "Berlusconi 1". Lo si capisce dalle prime righe della nota: "La scappellata resa da Dell'Utri appena scarcerato è irresponsabile e suicida. È l'inchino degli sconfitti". Marcello Dell'Utri, storico braccio destro di Berlusconi, era stato arrestato il 26 maggio di quell'anno per le fatture false di Publitalia e liberato il 16 giugno, cinque giorni dopo il referendum, tra l'altro, su libertà di spot in tv, favorevole al Cavaliere di Arcore. Il quale, euforico per la vittoria, si proponeva di andare a festeggiare al carcere di Ivrea, sotto la cella di Dell'Utri, ancora, sia pure per pochi giorni, detenuto.


craxi berlusconi lang
Craxi concorda: "Superato nel modo migliore il referendum". Ma se la prende con lo stesso Dell'Utri ("la scappellata"), perché, appena uscito dalla galera, elogia pubblicamente D'Alema ("È il politico maggiormente disponibile e responsabile, ha capito che l'urto frontale danneggia il solo paese").

D'Alema, lui, il nemico giurato di Bettino, così dipinto: "Il Pci-Pds è il partito che aveva più risorse e più finanziamenti illegali. Finanziato dall'interno e dall'estero. Oggi è in cattedra dando lezioni di moralizzazione. Negli ultimi anni il responsabile politico anche dell'amministrazione era D'Alema. Ora che su tutto questo non si è aperto un fronte è completamente assurdo".


craxi berlusconi maccanico
La storia dimostrerà che, almeno da questo punto di vista, le cose sono andate diversamente. Perché i due, Berlusconi e D'Alema, dialogheranno insieme nella famosa Commissione bicamerale, guidata proprio da "Max" e istituita nel ‘97. Che avrebbe dovuto partorire le riforme istituzionali. E invece è stata un fallimento. Ma, Bicamerale a parte, Silvio seguirà le lezioni di Hammamet.

Come quando Bettino auspicava: "Per continuare a fare politica, occorre una linea e una squadra di combattimento". Obiettivo, i pm, ad esempio: "Il caso Di Pietro deve diventare un simbolo. Bisogna andare a fondo, giacché ne esistono tutte le condizioni". Di Pietro e i suoi "traffici che sono tanti", un escamotage utile per consentire di "avviare un campagna a vasto raggio". E ancora, nel mirino, il pool milanese, che ha "usato strumentalmente il potere giudiziario, approfittato di determinate circostanze, violato leggi, principi costituzionali, trattati internazionali".

Infine l'ultimo appello a Silvio. Fare inchieste parlamentari su tutto: sui suicidi di Tangentopoli, sulle intercettazioni telefoniche, sui finanziamenti di certe campagne elettorali dal ‘92, sui rapporti tra l'onorevole Luciano Violante e la magistratura. Craxi dixit. E il discepolo si adeguò.


salvatore lo giudice e craxi
2 - 4.4.1993, VIA ALL'EXIT STRATEGY: "FONDA UN PARTITO, USA LE TV E SALVA IL SALVABILE"
Gianni Barbacetto per Il Fatto

È domenica, il 4 aprile 1993. Alle 18, riunione cruciale a villa San Martino di Arcore. Presenti, Silvio Berlusconi, Bettino Craxi e il consulente politico di Marcello Dell'Utri, Ezio Cartotto (che la racconterà).


craxi berlusconi
Craxi ha già dieci avvisi di garanzia sul groppone e non è più segretario del Psi. Prende la parola: «Bisogna trovare un'etichetta, un nome nuovo, un simbolo, un qualcosa che possa unire gli elettori moderati che un tempo votavano per il pentapartito». Lunga pausa. Poi guarda Silvio negli occhi: «Con l'arma che tu hai in mano delle televisioni, attraverso le quali puoi fare una propaganda martellante...Ti basterà organizzare un'etichetta, un contenitore. Hai uomini sul territorio in tutta Italia, puoi riuscire a recuperare quella parte di elettorato che è sconvolto, confuso, ma anche deciso a non farsi governare dai comunisti. E salvare il salvabile».


Craxi con una coppia di Hammammet
È il passaggio di testimone tra un Craxi già sconfitto e un Berlusconi non ancora deciso, ma certo preoccupato per i debiti del suo gruppo, per le inchieste giudiziarie già avviate sulle sue attività, per la perdita dei suoi referenti politici. Silvio è disorientato.

Replica: «Sono esausto. Mi avete fatto venire il mal di testa. Confalonieri e Letta mi dicono che è una pazzia entrare in politica e che mi distruggeranno, che faranno di tutto, andranno a frugare tutte le carte, diranno che sono un mafioso. Che cosa devo fare? A volte mi capita perfino di mettermi a piangere sotto la doccia...».


CRAXI SUL PALCO
Nelle settimane seguenti, Dell'Utri vince le resistenze del suo capo. E il 9 dicembre Berlusconi, inaugurando il centro commerciale Le Gru a Grugliasco, nella periferia torinese, dà il primo annuncio della sua discesa in campo: «Sto tessendo una tela». Per impedire che vada al governo la sinistra, malata «di dirigismo e statalismo». Anche la destra, in quel momento, gli sembra inutilizzabile: «Mai parlato di uno schieramento democratico di cui debba far parte il Movimento sociale».


craxi e di pietro
Si ricrederà: poche settimane dopo lancia Forza Italia e l'alleanza con l'Msi al sud e la Lega al nord. E il 27 e 28 marzo 1994 vincerà le elezioni. Quando gli storici s'impegneranno sui rapporti politici tra Craxi e Berlusconi, dovranno risolvere il problema delle continuità e delle rotture tra Psi e Forza Italia. Che Bettino sia amico di lunga data di Silvio è certo. Che sia stato indispensabile alla sua crescita imprenditoriale è dimostrato dal decreto che nel 1984 salva le sue tv oscurate dai pretori e dalla legge Mammì del 1990. Che tra i due i rapporti fossero speciali è provato dal fatto che sui conti di Craxi arrivano ben 21 miliardi dalla All Iberian di Berlusconi, qualcosa di più che una semplice tangente.

Eppure, durante le indagini di Mani pulite, Berlusconi non spende una parola per l'amico Bettino e il vecchio sistema dei partiti. Anzi, sta ben attento a non identificarsi con la "vecchia politica corrotta". I suoi giornali e le sue tv tifano per Antonio Di Pietro. Se ne accorge nel 1993 anche l'avvocato Giuliano Spazzali, difensore di Sergio Cusani.


Craxi con Arnaldo Forlani, Pierferdinando Casini e Nicola Mansi nel 1990 a Rimini
Spazzali intuisce che una buona parte della partita processuale in cui è coinvolto il suo cliente si giocherà in televisione. Infatti il processo Cusani, trasmesso in diretta tv, diventerà il reality di Mani pulite. Così, nel settembre '93 chiede udienza a Berlusconi e va a trovarlo («per la prima e ultima volta», assicura) ad Arcore. Chiede che le reti Fininvest diano spazio alle ragioni della difesa. Ma Berlusconi non lo ascolta nemmeno.


Un immagine di Bettino Craxi ad Hammamet
«Non riuscii a infilare più di sei parole», ricorda Spazzali. «Berlusconi, nel suo maglioncino blu, parlò lui per più di un'ora e mezza, ma di tutt'altro argomento: mi spiegò che, nella stanza accanto, si stava lavorando perché c'era la necessità di rifondare le organizzazioni politiche».

Berlusconi aveva già deciso che il "nuovo" doveva sostituire il "vecchio" e stava ben attento a non farsi trascinare da Bettino nella tomba della prima Repubblica. Mai andato ad Hammamet, l'amico Silvio. Ingrato? Accorto. Attento a non andare contro l'opinione pubblica che nel 1992-94 sosteneva il rinnovamento di Mani pulite.


Cossiga abbraccia Craxi
Poi piano piano la soglia del pudore s'abbassa. Oggi Craxi è da riabilitare e i socialisti (Fabrizio Cicchitto, Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi, Renato Brunetta, Margherita Boniver, Giampiero Cantoni...) hanno ruoli importanti dentro il Pdl e dentro il governo. In fondo, l'idea del "contenitore", a Silvio l'ha data proprio Craxi, quella lontana domenica d'aprile del 1993.
by dagospia

Nessun commento:

Posta un commento