lunedì 19 ottobre 2009

grasso-mafia-stato-papello .....tutti parlano solo adesso


1 - SCONTRO GRASSO-VIOLANTE
Stampa.it

L'indagine della Procura di Palermo sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia e i riscontri sull'attendibilità del documento con le richieste che avrebbe fatto Cosa nostra, il «papello», consegnato in fotocopia ai magistrati da Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso, accendono le polemiche politiche.
VITO E MASSIMO CIANCIMINOPIERO GRASSO
Molti sono gli interrogativi che rimangono aperti: la fotocopia con le 12 richieste di Cosa nostra è quello che viene definito il papello? E se non è quello, di quali altre carte è in possesso Massimo Ciancimino? E se davvero esiste il «papello», chi lo ha scritto materialmente, Totò Riina o Vito Ciancimino? E quando, a cavallo delle stragi di Capaci e via D'Amelio o dopo?
Chi sembra non avere dubbi è l'ex presidente della Camera Luciano Violante: «Quel documento pubblicato è una bufala: dico quello pubblicato, perchè altri magari no». Secondo Violante si tratta di una falso perchè nel documento «si fa riferimento a cose come il 41 bis o la dissociazione, che è un tema che verrà fuori molto tempo dopo» e occorre, quindi, «capire perchè è uscito quel documento che è fasullo e che cosa voleva dire».
Non solo. Violante ipotizza scenari più oscuri. «Ho l'impressione - avverte - che il documento che la magistratura ha in mano sia diverso da quello pubblicato. Sta ai magistrati capire cosa è successo: sta a noi spingere senza interpretazioni di parte, perchè la verità venga fuori».
LUCIANO VIOLANTE - COPYRIGHT PIZZI
Ma la trattativa, secondo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, c'è stata e ha salvato la vita a molti ministri. «Per la verità le indagini precedenti avevano in qualche modo accertato l'esistenza di un tentativo di Cosa nostra di entrare in contatto col potere politico - dice Grasso a La Stampa- È processuale il contatto degli ufficiali del Ros, Mori e De Donno, con Vito Ciancimino. Ed è processualmente accertato che alla mafia, in cambio della resa dei vertici, fu offerto "un ottimo trattamento per i familiari", un "ottimo trattamento carcerario" e una sorta di "giusta valutazione delle responsabilità"».
FALCONE E BORSELLINO
E «anche via D'Amelio - sospetta Grasso - potrebbe essere stata fatta per "riscaldare" la trattativa. In principio pensavano di attaccare il potere politico e avevano in cantiere gli assassinii di Calogero Mannino, di Claudio Martelli, Giulio Andreotti, Carlo Vizzini e forse mi sfugge qualche altro nome. Cambiano obiettivo probabilmente perchè capiscono che non possono colpire chi dovrebbe esaudire le loro richieste. In questo senso si può dire che la trattativa abbia salvato la vita a molti politici».
Per Antonio Di Pietro (Idv) e Gianpiero D'Alia (Udc), Violante deve riferire in commissione Antimafia, mentre il senatore Vizzini (Pdl), replica: «Sono certo che Grasso intenda riferirsi alla mia persona esclusivamente come minacciato di morte e non come possibile trattativista e lo invito su questo punto a precisare il suo pensiero».
FALCONE ASSASSINATO A CAPACI0GUS53 CAMILLA CLAUDIO MARTELLI
Intanto in un'intervista a La Storia Siamo Noi, in onda domani sera su RaiDue, Agnese Borsellino, vedova del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio, rivela: «Stranamente negli ultimi giorni che precedettero via d'Amelio, mio marito mi faceva abbassare la serranda della stanza da letto, perchè diceva che ci potevano osservare dal Castello Utveggio».
Il castello Utveggio si trova sul monte Pellegrino e domina dall'alto la città di Palermo; secondo alcuni esperti di mafia sarebbe stato un punto di osservazione da parte di apparati dei servizi segreti.
2 - L'INTERVISTA A PIERO GRASSO: UN «PAPELLINO» PER LIBERARE 5 CAPI DI COSA NOSTRA
Francesco La Licata per La Stampa

Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, è appena tornato da New York ed ha, quindi, seguito da lontano l'evolversi delle vicende legate alla trattativa fra Stato e mafia.
BORSELLINO
Procuratore, tornando ha trovato la novità del «papello» finalmente esibito da Massimo Ciancimino. E' una novità importante?
«Intanto bisogna fare una premessa obbligatoria: ogni entusiasmo investigativo va sottoposto a certezze che potranno scaturire soltanto dall'esito degli accertamenti di attendibilità di ogni documento e di ogni testimonianaza. Se tutto sarà provato si potrà dire che un passo avanti è stato fatto».
Sul «papello» è stato detto tutto e il contrario di tutto. 
«Per la verità le indagini precedenti avevano in qualche modo accertato l'esistenza di un tentativo di Cosa nostra di entrare in contatto col potere politico. E' processuale il contatto degli ufficiali del Ros, Mori e De Donno, con Vito Ciancimino. Ed è processualmente accertato che alla mafia, in cambio della resa dei vertici, cioè della cattura di Riina e Provenzano, fu offerto "un ottimo trattamento per i familiari", un "ottimo trattamento carcerario" e una sorta di "giusta valutazione delle responsabilità", per dirla con le parole dell'allora capitano De Donno».
VITO CIANCIMINO SCARCERATO DALL'UCCIARDONE - CON IL FIGLIO MASSIMOANDREOTTI BONGIORNO
E' importante ciò per capire il presente? 
«Lascia intuire il meccanismo che Riina ripete ogni volta che vuole in qualche modo dare vitalità ad una trattativa che risulta difficoltosa. Le proposte del Ros, infatti, sembrano minime a Ciancimino che, a sua volta, si rifiuta di trasmetterle a Riina - anche per timore di ritorsione nei suoi confronti - e perciò suggerisce di "congelare" tutto e prendere tempo. Le indagini ci diranno poi che Riina, invece, opta per eccelelare i tempi e vara la fase operativa per compiere un attentato nei miei confronti. Progetto che sfuma per un disguido tecnico ed anche perchè in quel momento viene catturato Totò Riina e si arriva all'arresto degli organizzatori della strage di Capaci. Ecco, anche via D'Amelio potrebbe essere stata fatta per "riscaldare" la trattativa».
Volevano un altro magistrato morto? 
«In principio pensavano di attaccare il potere politico ed avevano in cantiere gli assassinii di Calogero Mannino, di Martelli, Andreotti, Vizzini e forse mi sfugge qualche altro nome. Cambiano obiettivo probabilmente perchè capiscono che non possono colpire chi dovrebbe esaudire le loro richieste. In questo senso si può dire che la trattativa abbia salvato la vita a molti politici».
FRANCESCO RUTELLI PIERO GRASSO - COPYRIGHT PIZZISALVATORE RIINA2
Procuratore Grasso, ma trova normale che un'organizzazione criminale possa pensare di trattare con lo Stato?
«Normale no, anche se nella nostra storia recente i contatti tra potere legale e illegale non sono stati rari. Lo stesso "papello", di cui si parla tanto, aveva fatto - poco tempo prima - una diversa comparsa in forma minore. Un "papellino", si legge nelle carte processuali, potrebbe essere stato consegnato ai carabinieri del Ros, al col. Mori che nega l'episodio, da uno strano collaboratore dei servizi che chiedeva l'abolizione dell'ergastolo per i capimafia Luciano Liggio, Giovanbattista Pullarà, Pippo Calò, Giuseppe Giacomo Gambino e Bernardo Brusca. Anche quelle richieste ovviamente finirono nel nulla perchè irrealizzabili. Tranne poi a fare la ricomparsa in forma addirittura ampliata».
STRAGE DI CAPACIGASPARE SPATUZZA
Si saprà mai la verità? 
«Nostro dovere è di non smettere mai di cercarla, la verità. Tutto sembrava ormai sepolto, fino alla comparsa di nuovi testi come il pentito Gaspare Spatuzza e il figlio di Vito Ciancimino, Massimo. Molti protagonisti di quella stagione hanno ricordato particolari importanti, speriamo che chi sa non perda l'ultima occasione per far decollare le indagini».

 
[18-10-2009]
by dagospia

Nessun commento:

Posta un commento