giovedì 15 ottobre 2009

scalfari e republica a cena da silvio come mai ?


BOTTE DA ORBI TRA DE BORTOLI E SCALFARI - E IL BEL AMI DI “REPUBBLICA” FINÌ KAPPAO - LA CENA DI ARCORE (COL CAPPELLO IN MANO), IL SOSTEGNO INIZIALE A SINDONA, LA P2 - QUEL PATTO DEL '79 COL GRUPPO RIZZOLI-P2 RITROVATO DALLA GF IN CASA GELLI - NEMESI DI BARBAPAPÀ: DAL “MONDO” DI PANNUNZIO A “CIOCIARIA OGGI” DEL CIARRA

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"Scalfari? La sua
specialità è la
pesca subacquea
in acque nere"
(Alberto Ronchey)

DE BORTOLI
Adesso tutti ricordano con rabbia. Come nella famosa commedia di John Osborne. La differenza sta che l'azione drammaturgica non si svolge all'interno di una qualunque casa inglese, ma negli studi televisivi dell'Infedele (La7). E le gesta dei suoi protagonisti rimbalzano come palle di fuoco sulle pagine dei giornali.
Lunedì scorso il volto da clown triste di Alessandro Sallusti, le pantomime del dandy cariato, Oscar Giannino, e la faccia da pugile novizio di Gustavo Zagrebelsky, facevano solo da contorno al duello all'arma bianca tra il direttore del "Corriere della Sera", il mite Ferruccio de Bortoli, e il fondatore di "Repubblica", il mitologico Eugenio Scalfari. Erano Tableaux vivants, di una contesa, arbitrata dall'astuto Pinocchio, Gad Lerner.
EUGENIO SCALFARI
FdB ANNUNCIA LA FINE DEL MIELISMO
Chi ha vinto la sfida, in fin dei conti, ha poca importanza. Anche se stavolta Eugenio non è uscito indenne dal match. Chi ne ha guadagnato è stata soprattutto la chiarezza. O meglio, un pesante velo d'ipocrisia è stato tolto al totem delle libertà di stampa, adulato dai giornalisti fin dentro le piazze (molto meno in redazione).
C'è poi da sperare che non si tratti di un fuoco di paglia. E che il ruggito (del topo) Flebuccio nei confronti del leone Scalfari, ad esempio, trovi un'eco quotidiana sulle pagine del Corrierone. Destinato, nolente o meno, ad abbandonare il tragico "terzismo" fantozziano praticato fino alla noia da Paolino Mieli e dai suoi degni Filini della virgola politologica, Angelo Panebianco e Ernesto Della Loggia.
CARLO CARACCIOLO
IL RUGGITO IN TV DEL TOPO FLEBUCCIO
Un ruggito il suo che, purtroppo, all'inizio era stato un belato.
Il corsivo steso da Flebuccio sabato 10 ottobre appariva troppo giustificatorio nei confronti di Berlusconi che aveva attaccato pesantemente il Corriere. E, paradossalmente, de Bortoli deve ringraziare il nemico Scalfari che il giorno dopo gli dava del codardo. Provocando un suo editoriale (e un nuovo corsivo) che riapriva uno scontro in cui Eu-Genio si era aggiudicato il primo round. Un "corpo a corpo" andato avanti fino all'altro giorno, mercoledì 14 ottobre. Proprio mentre i consiglieri dell'Rcs si riunivano in via Solferino. Stavolta era Flebuccio-don Abbondio a partire all'attacco.
LICIO GELLI
LA CENA DI ARCORE, LA P2 E I RIZZOLI
Confermando non solo che Scalfari era andato con il cappello in mano ad Arcore per discutere di pacchetti azionari (episodio confermato da Fedele Confalonieri), ma piazzando altri due colpi micidiali: ricordando al "maestro" il suo sostegno iniziale al bancarottiere Sindona e di aver chiesto il fallimento della vecchia Rizzoli ai tempi della P2.
SILVIO BERLUSCONI
La guerra contro i padroni di via Solferino inizia già nell'estate del '75, con la rivelazione dell'Espresso che la famiglia Rizzoli starebbe per rivendere il gruppo ai Monti. "Perché lo fai?", gli chiede un cronista. "Per screditare i Rizzoli. Stiamo per entrare in guerra: per vincere valgono tutti i colpi", è la risposta di Scalfari. E anche la sua filosofia di direttore-editore.
MONDADORI-CIARRAPICO-LETTA-CONFALONIERI
QUEL PATTO
Adesso tutti ricordano con rabbia. Ma molti dimenticano, compreso l'ex Federmaresciallo di largo Fochetti, Giampaolo Pansa (portano la sua firma due possenti volumi sui rapporti stampa-potere dai titoli "L'Intrigo" e "il Malloppo"), Nel luglio del 1979 i signorotti di "Repubblica", stipularono "un singolare" accordo con il gruppo Rizzoli-P2 in cui si parla di "interessi comuni", d'intese per eventuali acquisizioni di testate locali e di "reciproche consultazioni".
CARACCIOLO CIARRAPICO COR
DA "IL MONDO" DI PANNUNZIO AL CIARRA
Una cartuccella, tenuta segreta, fino al giorno del ritrovamento del patto da parte delle Fiamme Gialle a "Villa Wanda". La residenza aretina del venerabile Licio Gelli, gran capo della P2. Per Scalfari si trattava soltanto di "gentlemen's agreement". Così è fatto il nostro Bel Ami.
CIARRAPICO FASCIO
E nel gioco perverso dei paradossi, lui e Carlo De Benedetti (iscritto a suo tempo alla massoneria di Torino, Loggia Cavour) hanno potuto conservare, la proprietà del gruppo Espresso-Repubblica grazie all'astuzia del lor peggiore nemico, Andreotti-Belzebù. Lì dove non arrivò il mitico Enrico Cuccia allungò la sua manona amichevole Peppino Ciarrapico. Come a dire? da "il Mondo" di Pannunzio a "Ciociaria Oggi" del Ciarra.
PS - Per CDB e la massoneria, leggere pag. 416 del libro Bur di Ferruccio Pinotti "Fratelli d'Italia".

 
[15-10-2009]

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