venerdì 9 ottobre 2009

okkio martelli che paolo non può rispondere


Martelli: «Borsellino sapeva
della trattativa mafia-Stato»


 — Dopo l’omicidio di Giovanni Falcone vi sareb be stata una trattativa tra lo Stato e la mafia. E il giudice Paolo Borsellino ne sarebbe stato a conoscenza. È quanto sostiene adAnnozero Claudio Martelli, ex Guardasigilli del governo Andreotti.
Puntata in candescente quella del pro­gramma di Michele Santoro. Il primo giallo a poche ore dalla trasmissione. Il leghista Roberto Castelli dà forfait e al suo posto spunta Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi. In studio, a 24 ore dalla bocciatura del Lodo Alfa no, c’è Antonio Di Pietro. E tra i due è subito lite, con Mi chele Santoro che in apertura non rinuncia a denunciare le difficoltà: «Qui succede di tut to, si arriva stremati. Rimpian go non solo la Prima Repub blica, ma anche i tempi del l’editto bulgaro». Fuori dagli studi venti giovani del Pdl ma nifestano: «Ci ha impedito di assistere». In trasmissione c’è Agnese Borsellino, moglie del magi­strato ucciso nella strage di via D’Amelio, ascoltata come persona informata sui fatti dai magistrati di Caltanisset ta. Lancia un appello: «Ho tan to meditato e dopo 17 anni chiedo in ginocchio ai collabo ratori di giustizia, complici e non della strage di via D’Ame lio, di far luce sui mandanti e su coloro che hanno voluto la strage annunziata». In studio c’è anche Massimo Ciancimi no, figlio di Vito, già sindaco di Palermo.
Si comincia con il Lodo Al fano. Castelli fa sapere che la sua assenza non dipende da lui. Marco Travaglio spiega al le agenzie: «Il direttore di Rai due Massimo Liofredi ha fat to presente che Michele non aveva scelto gli ospiti in mo do equilibrato». Liofredi repli ca: «Una semplice dichiarazio ne interna». In studio si litiga. Di Pietro definisce Berlusconi un «delinquente». Ghedini re agisce. Di Pietro spiega che lo diceva in senso tecnico, «di persona che delinque». Ghedi ni urla: «Basta, è ora di finirla, è lei che ha commesso reati». La lite trascende. Dice Di Pie tro: «Ma che, gli avete fatto uno spinello?». Replica: «Sa ranno i suoi amici dell’estre ma sinistra a fumare». Si torna alla mafia. Parlano l’inviato del Corriere Felice Ca vallaro e Marco Travaglio.
Ed ecco Martelli: «Mi fu comuni cato dal direttore degli Affari penali del ministero, Liliana Ferraro, che era venuta a tro varla l’allora capitano Giusep pe De Donno, che l’aveva in formata che Vito Ciancimino aveva volontà di collabora re». Si tratta di colloqui che lo stesso De Donno aveva già co minciato con l’ex sindaco di Palermo. Sandro Ruotolo rife risce poi che, secondo Martel li, Borsellino fu avvertito di rettamente dalla Ferraro della volontà di Ciancimino di trat tare.
Capitolo Dell’Utri. Ciancimi no riferisce quanto gli avreb be detto il padre, sui presunti rapporti con la mafia. Ghedi ni: «La corte d’Appello di Pa lermo ritiene le dichiarazioni di Ciancimino su Dell’Utri con­traddittorie». Ciancimino rive la anche di avere documenti dai quali si deduce che il pa dre Vito avrebbe chiesto, al l’epoca, di incontrare l’ex pm. Perché? Di Pietro: «Non lo so, ora lo vengo a sapere. Io per un periodo fui pure fatto espa triare in Costarica, con il no me falso di Marco Canale».
Alessandro Trocino
by corriere .it
09 ottobre 2009

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