giovedì 19 agosto 2010

CANOTTA CONTINUA! - In un colpo solo, Bossi trancia l’ex alleato fini: “si dovrebbe dimettere da presidente della Camera perché non è più garante della maggioranza” – analcord: “era l’11 marzo 2004 quando Bossi ebbe l’ictus e il 3 luglio dello stesso anno quando il leader di An ottenne la testa di Tremonti” - su Napoletano: “Non la troverà un’altra maggioranza: non c’è nessuno così pirla da fare un governo senza i voti. Un governo così dura cinque minuti”…

Da Il Foglio

"Appena sono stato male Fini ha tolto di mezzo Tremonti", ricorda Umberto Bossi quando a Calalzo di Cadore (Belluno) è quasi l'alba di mercoledì. Il rituale d'agosto, la maratona verbale, modalità di comunicazione preferita dal leader della Lega vista la resa mediatica, comincia quando gli altri, in questo caso il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e quello della Semplificazione Roberto Calderoli, vanno a dormire.
fini bossi

La notte, il sigaro e il bicchiere di acqua e menta o di Coca-Cola, aiutano ad amalgamare politique politicienne e stratificazioni personali. In un colpo solo, due notti fa, Bossi ha tranciato sei anni vissuti da alleati: era l'11 marzo 2004 quando Bossi ebbe l'ictus e il 3 luglio dello stesso anno quando il leader di An ottenne la testa di Tremonti.

Così se la mattina, nella lectio costituzionale bossiana, il concetto è che Fini effettivamente, sì, si dovrebbe dimettere da presidente della Camera perché non è più garante della maggioranza, la notte prima c'è spazio per il ricordo personale che segnala rancori e alleanze: giù Fini, su Tremonti di cui Bossi è venuto a festeggiare il compleanno lasciando Ponte di Legno nel bresciano per il Cadore.

E pazienza se la cosa semina diffidenza nelle file del Pdl, fino al punto di attribuire analogo e perfino più infastidito stato d'animo al premier. Il flusso di esternazioni che si dispiega di solito da mezzanotte e mezza alle quattro del mattino all'hotel Mirella di Ponte di Legno come all'hotel Ferrovia di Calalzo, un tre stelle dove effettivamente fanno tappa i dipendenti delle Ferrovie dello stato, consente per le ore successive infiniti ritorni e variazioni, secondo regole di armonia musicale: spostamenti dal maggiore al minore diesis o bemolle.

C'è un Bossi notturno in maggiore che compiange Berlusconi perché ha il problema Fini, "per fortuna non ce l'abbiamo noi in casa", e che scommette sul fatto che "i finiani si scioglieranno" come neve al sole qualora dovesse cadere il governo e si andasse ad elezioni dove non ce n'è per nessuno che non sia la Lega al nord e Berlusconi al sud.

E c'è un Bossi diurno e in minore che risponde "magari" a chi gli chiede se alla fine si voterà anticipatamente "perché finiani e Pd si metteranno di traverso e faranno di tutto per evitare le urne visto che hanno una gran paura".
fini tremonti

Idem, ma a parti rovesciate su Giorgio Napolitano ("Non la troverà un'altra maggioranza: non c'è nessuno così pirla da fare un governo senza i voti. Un governo così dura cinque minuti"), perché il notturno non necessariamente è più stentoreo del diurno: era giorno quando 72 ore fa Bossi minacciava milioni di padani in piazza contro i governi alternativi all'attuale ed era notte quando diceva che Napolitano non deve essere attaccato, che "ci vuole equilibrio" e che di sicuro il capo dello stato non ce l'aveva con Roberto Maroni, ma solo con il vicecapogruppo del Pdl Maurizio Bianconi da Arezzo.

La notte con i cronisti assonnati e un clima di scherzo informale offre spazi infiniti e possibilità di amalgamare anche i contrari, un "ma anche" padano e ruvido. La scuola per i magistrati al nord Così sulla giustizia e la questione morale: "Prima si rubava per i partiti oggi ai partiti", lamenta Bossi, quando è vero che "Mani pulite ci fu anche grazie alla Lega", ma poi, spiega, "abbiamo avuto tanti processi, il pm Papalia". Oggi "magistrati e Lega fanno ognuno i cazzi suoi".
Napolitano e Berlusconi

Qualcuno ricorda i cappi in Parlamento, "il cappio, uno solo quello di Orsenigo e lo abbiamo mandato via", precisa Bossi che annuncia il progetto di una scuola della magistratura del nord a Bergamo, "Alfano", assicura, "ci sta lavorando". Perché il profilo salvifico e migliore della Padania che "ormai esiste, lo ha detto anche Sabino Acquaviva", resta tema diurno e notturno.

Con le preoccupazioni per i potenziali eccessi dello statuto del Veneto voluto da Zaia sui quali Bossi frena prudentemente: "Autogoverno significa autonomia, non secessione". La notte è fatta anche di allusioni sulle quali tornare in quelle successive: Massimo Ponzellini numero uno della banca Popolare di Milano che potrebbe fare il sindaco a Milano o a Bologna; la soddisfazione di aver scalzato Galan, uno che ha scritto una lettera all'Europa contro il governo, ma dico... E perfino una punta di gigionismo: "La Lega che supera il Pdl al nord? I voti resterebbero nella coalizione".
by dagospia

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