da “Sboom” di Roberto Sommella (Fioriti Editore)
Per
la verità a qualcuno il conto della crisi non è mai arrivato. Anzi, sta
meglio di prima. L’Italia sta diventando un Paese dove aumentano i
disoccupati e proliferano i milionari. Un dato inaccettabile per
un’economia avanzata e soprattutto per la maggioranza di sinistra che
sostiene il governo Renzi.
È
in atto una lenta ma inesorabile emorragia di posti di lavoro
tradizionali a favore dell’accumulazione di capitale. Il numero di
coloro che cercano un’occupazione è da tempo ben sopra la cifra di 3
milioni di unità e continua a ridursi il tasso di rientri dei giovani
finiti all’estero (91.000 se ne sono andati solo nel 2014), mentre i
soggetti in povertà assoluta superano la soglia dei 6 milioni.
Una
rilevazione passata quasi inosservata ha addirittura certificato come
la grande crisi stia arricchendo una mini comunità di fortunati. L’Ultra
Wealth Report 2014 di Wealth-X e Ubs ha di recente fotografato la
popolazione mondiale dei Paperoni definiti tecnicamente con un acronimo
Uhnw, Ultra high net worth individual, ovvero coloro che hanno un
patrimonio netto superiore ai 30 milioni di dollari, insomma i
miliardari di una volta.
Nel
periodo luglio 2013 - giugno 2014, prendendo in considerazioni aspetti
quali composizione geografica, genere e fonti di ricchezza, i tre
partner europei che hanno mostrato la maggiore popolazione di milionari
sono stati la Germania (19.095 individui), il Regno Unito (11.510) e la
Svizzera (6.635). Fin qui nulla di sorprendente, visto che si tratta
della prima economia europea, della principale piazza finanziaria del
mondo e della patria del segreto bancario.
ROBERTO SOMMELLA
Ma
la cosa curiosa è piuttosto che le migliori performances le hanno
mostrate due paesi da tempo sotto osservazione dei mercati e dei
controllori di Bruxelles: l’Italia, rispetto al 2013, ha fatto
registrare un aumento dei milionari (fortune personali sopra i 30
milioni di euro) del 10,6%, in termini numerici e del 14,9% in termini
di ricchezza per un totale di 2.295 Paperoni su 61.000 totali in Europa e
una disponibilità finanziaria complessiva di 270 miliardi di euro.
La
Grecia, sempre appesa ai finanziamenti europei e con l’ago della
benzina perennemente in rosso, non è stata da meno, perché lì i super
ricconi sono saliti a 565 unità (+16,7% sul 2013) per un patrimonio
totale di 70 miliardi di euro. La domanda è una sola, senza risposta in
questo caso, perché le statistiche non la danno: questo tesoro è rimasto
dentro i confini italiani ed ellenici e sta dando un contributo
collettivo alla ripresa economica o ha già preso il volo?
LA LISTA DEI MILIARDARI DI FORBES
Che
ci siano più persone iper-agiate non è evidentemente una iattura per il
sistema capitalistico, se queste poi contribuiscono a migliorare la
società investendo i profitti nella propria attività imprenditoriale o
magari avviando attività filantropiche. Anzi è la condizione necessaria
per allargare il benessere. Desta però sconcerto che il boom si sia
verificato nel periodo in cui Pil e occupazione venivano giù,
attecchendo proprio dove le famiglie accusano maggiormente i colpi della
recessione.
L’indagine
dimostra che la ricchezza italiana è cresciuta molto più velocemente
rispetto sia alla media europea che a quella globale, nonostante gli
indicatori macroeconomici siano stati prevalentemente negativi: gli
individui “ultra” hanno aumentato il proprio patrimonio traendo profitto
da settori specifici.
Si
tratta di una community che ha costruito la maggior parte della propria
fortuna personale in mercati di nicchia come il tessile,
l’abbigliamento e i beni di lusso, un’industria, quest’ultima, da cui
oltre il 13% della popolazione Uhnv ha derivato la propria fortuna. La
popolazione dei Paperoni possiede solo il 2,5% della ricchezza totale
del Belpaese (ormai quasi solo per loro), la quota più bassa tra tutti
gli Stati oggetto del report.
Ma
questo elemento, che parrebbe dimostrare una distribuzione del reddito
più equa rispetto alle economie vicine, non deve far gioire, perché
molti di questi soggetti nati sotto le Alpi, o eredi di facoltose
famiglie italiane, hanno lasciato il suolo natio per la più comoda
Svizzera. La restante maggioranza silenziosa, milioni di imprenditori e
lavoratori, sono rimasti qui e forse meriterebbero una maggiore
considerazione da parte di tutti.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/arricchirsi-crisi-italia-due-paesi-europa-dove-104685.htm
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