Al tavolo in cui si riunisce l'Ecofin, e negli altri incontri tra i
ministri economici europei, manca sempre una sedia. Quella del convitato
più importante, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Da
ventun anni, suo malgrado, Schäuble la sedia (a rotelle) la porta
sempre con sé.
Il 12 ottobre 1990, in una birreria di Oppenau nel Baden-Württemberg
in cui si teneva un raduno elettorale, un certo Dieter Kaufmann affetto
da disagio psichiatrico estrasse una pistola e sparò contro Schäuble.
Il politico della Cdu sopravvisse all'attentato, ma colpito alla
mandibola e alla colonna vertebrale rimase paralizzato negli arti
inferiori.
Proprio in quegli anni, da ministro degli Interni e principale
collaboratore di Helmut Kohl, Schäuble stava lavorando a una delle sue
imprese politiche più ambiziose, delineandosi come il vero architetto
della riunificazione della Germania federale con la Repubblica
democratica tedesca. Schäuble si riprese dall'attentato e nel 1991 con
un famoso discorso al Bundestag convinse la maggioranza a ratificare lo
spostamento della capitale tedesca da Bonn a Berlino.
Autodefinitosi come Sisifo, per la condanna a dover sempre
ricominciare da zero dopo aver quasi raggiunto la vetta, una condanna
che lo ha accompagnato per tutta la sua vita politica, il ministro delle
Finanze ha attraversato in prima fila decenni di storia tedesca, ma non
è mai riuscito a raggiungere la leadership del paese. Ministro degli
Affari speciali e capo della cancelleria (1984-1989), poi ministro degli
Interni (1989-1991) e capogruppo in Parlamento della Cdu (1991-2000),
Schäuble è a lungo designato come delfino di Kohl, ma lealissimo a un
capo poco incline a farsi da parte, è sempre rimasto un cancelliere in
potenza.
Dopo la sconfitta elettorale della Cdu nel 1998, l'eterno numero due
diventa presidente del partito e, parlando spesso schiettamente della
propria invalidità e chiedendosi lui stesso pubblicamente se un uomo in
sedia a rotelle sia adatto a ricoprire la carica di cancelliere tedesco,
prepara accortamente il paese proprio a questa eventualità. Ma il
destino si oppone. Nel 2000 uno scandalo su finanziamenti illegali alla
Cdu lambisce Schäuble che ammette in televisione di aver ricevuto una
donazione (non registrata) al partito di 100.000 marchi da parte del
controverso commerciante di armi Karlheinz Schreiber. Impigliato in
questa opaca vicenda, il presidente della Cdu si dimette dal suo
incarico. Per la tedesca dell'Est Angela Merkel, futuro cancelliere
tedesco, è il semaforo verde per una rapida ascesa.
Molti notano che Kohl non si è affatto speso per aiutare il suo
fedelissimo e pazientissimo collaboratore. Il fratello di Schäuble,
Thomas, che è stato ministro degli Interni del Baden-Württemberg e poi
presidente del birrificio di proprietà pubblica Rothaus, lancia un
chiaro j'accuse contro l'ex cancelliere che ha abbandonato il suo ex
pupillo al proprio destino. Wolfgang, invece, tace e inghiotte amaro. In
seguito Schäuble è in lizza per candidarsi a sindaco di Berlino (nel
2001) ma il partito si oppone. E nel 2004 la sua corsa, che sembrava
promettente, alla presidenza della Repubblica viene intralciata proprio
dalla Merkel. Un anno dopo, però, è lei a cooptare Schäuble come
ministro dell'Interno nell'esecutivo di Grosse Koalition da lei
presieduto.
In quel ruolo di primo piano, il redivivo Schäuble esibisce un'altra volta il suo profilo di rigido assertore del law and order.
I rapporti tra il ministro e il cancelliere non sono facilissimi e per
definirli si usa di norma l'espressione "pace armata". Ma la Merkel, che
è stata spesso accusata di circondarsi di yes men ha
bisogno dell'esperienza di Schäuble e di un interlocutore nel governo e
nel partito che possa confrontarsi con lei da pari a pari. Peraltro la
lealtà dell'uomo, che è del tutto immune a intrighi di palazzo e
congiure, è leggendaria.
Nel secondo governo Merkel, nato nel 2009 con l'appoggio dei
liberali del Fdp, Schäuble ottiene il ministero delle Finanze. Un ruolo
chiave, ma gravosissimo, in tempi di crisi economico-finanziaria
globale. Lui, che ha ormai archiviato ogni ambizione di leadership
politica, sembra essere contentissimo di poter ricoprire un ruolo così
delicato come suggello della sua lunga carriera: la Süddeutsche Zeitung
ha scritto che «nessuno dei suoi colleghi si ricorda di averlo mai visto
altrettanto entusiasta ed esuberante, atrettanto beatamente felice».
Il neoministro delle Finanze, che eredita la poltrona dal
predecessore socialista Peer Steinbrück, si astiene dal fare purghe nel
suo dicastero. Qualcuno, tra i compagni di partito si irrita per questa
scelta ma Schäuble, al solito, continua per la sua strada. D'altronde è
lui il veterano del Governo, l'unico ad aver ricoperto ruoli
ministeriali nella Germania pre-unificazione, l'unico a essere nato
prima della fine della Seconda guerra mondiale, nel 1942.
Cresciuto a Friburgo in Brisgovia, nei pressi della Foresta Nera, e
forgiato da una rigorosa educazione protestante, Schäuble, che è sposato
con Ingeborg e ha tre figlie femmine e un maschio, è un lavoratore
indefesso che sta chino sulle carte fino a tarda sera, un pignolo, un
uomo poco estroverso e con pochi amici, ma con una famiglia solida
attorno. Figlio di un consulente fiscale, Schäuble ha studiato
Giurisprudenza ed è avvocato. La sua attività politica nella Cdu data
dal 1961, anno in cui aderì alla Junge Union, l'organizzazione giovanile
del partito.
Iniziata la carriera a livello locale nel Land di cui è originario,
il Baden-Württemberg, l'attuale ministro dell Finanze scala in fretta le
gerarchie e nel 1972 fa il suo primo ingresso da deputato nel
Bundestag, in cui siede ininterrottamente da allora. Benché sia
considerato un cervellone che sta sulle sue, molti correggono il
ritratto corrente di uomo duro e poco socievole, i cui occhi freddi
incutono timore attraverso le lenti degli occhiali senza montatura. È il
caso della collega Elena Salgado, che ha guidato il dicastero
dell'Economia nel governo spagnolo guidato dal socialista José Luis
Rodríguez Zapatero e appena sconfitto alle elezioni.
La Salgado, che
politicamente non ha nulla in comune con Schäuble, ha detto che
«nonostante una certa fama di persona inflessibile e poco simpatica che
alcuni gli attribuiscono, è un uomo affabile e con un atteggiamento
molto cordiale, che sa ascoltare ed è sensibile alle istanze altrui».
Circondato da ampia stima internazionale, Schäuble, che il Financial
Times ha incoronato nel 2010 come miglior ministro economico europeo -
nella classifica di quest'anno stilata dal quotidiano della City è
finito secondo dietro il collega svedese Anders Borg - ha un ruolo
chiave nei tentativi di uscire dalla crisi dell'euro e dell'economia del
Vecchio continente. L'uomo che tiene dritta la barra al timone. Molti
lo dipingono come «l'ultimo europeo» nell'esecutivo tedesco per il suo
opporsi agli hardliners che nel suo Paese si oppongono all'idea di
aiutare i paesi che annaspano e per aver arrotondato le posizioni più
oltranziste della stessa Angela Merkel. I liberali, i compagni di
maggioranza che da lui avrebbero voluto, senza ottenerla, una netta
diminuzione della pressione fiscale, lo detestano, ma le disastrose
performance in tutte le ultime elezioni nei Länder hanno molto
indebolito le loro proteste.
Schäuble che pure già nel 1994 aveva elaborato la teoria dell'Europa
a due velocità è il curatore del legato politico di Kohl ed è uno
strenuo difensore del progetto europeista che ha occupato tutta la sua
vita politica, prima sotto l'ala del suo mentore e poi in proprio.
Deputato da quarant'anni per il collegio di Offenburg, alla frontiera
con la Francia, il ministro delle Finanze tedesco si trova a proprio
agio con gli interlocutori cresciuti sull'altra sponda del Reno, come il
presidente francese Nicolas Sarkozy e la direttrice del Fondo monetario
internazionaleChristine Lagarde. E attraverso questi contatti, Schäuble
è uno dei promotori del rinnovato asse franco-tedesco che preoccupa
molti in Europa.
Il ministro delle Finanze tedesco, il cui ruolo sarà sempre più
decisivo nelle prossime settimane, è uno dei pochi a vedere nell'attuale
crisi che terrorizza il Vecchio continente non soltanto un abisso in
cui cercare di non cadere, ma anche un'occasione preziosa per
"costringere" i Paesi Ue, e in particolare quelli dell'Eurozona, a
procedere sulla strada di una maggiore integrazione, che per Schäuble
non può prescindere dall'Unione fiscale e dalla creazione di un presidente europeo eletto direttamente dai cittadini.
Molti pensano che contribuire al salvataggio dell'Europa e dell'euro
dalla poltrona di più "pesante" ministro economico dei Ventisette sia
l'ultimo obiettivo politico di Schäuble. Ma qualcun altro ipotizza che
il primo eventuale presidente dell'Ue eletto dai cittadini potrebbe
essere un veterano della Cdu costretto da vent'anni su una sedia a
rotelle.
3 dicembre 2011
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-03/ritratto-wolfgang-schauble-uomo-155122_PRN.shtml
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