domenica 20 settembre 2009

che baffetti da sparviero

1- MAX E LA BICAMERALE A ORE
Marco Travaglio per "L'espresso"


Appena deflagrò lo scandalo delle ragazze a tassametro chez Berlusconi, si cominciò a scommettere su quale leader del Pd si sarebbe precipitato questa volta in soccorso del Cavaliere. Pochi, in ossequio al principio dell'alternanza, puntavano sul solito D'Alema, che già aveva dato tanto alla causa berlusconiana (i 20 milioni in nero presi da un imprenditore malavitoso, la 'merchant bank' del caso Telecom, la Bicamerale, le bombe sulla Serbia, il pellegrinaggio a Mediaset "grande risorsa del Paese", il ribaltone anti-Prodi).

TARANTINI ARRESTATO

Invece, con una prontezza inversamente proporzionale alla fantasia, l'ottimo Max s'è confermato una garanzia.

Per il centrodestra. La cena elettorale a Bari pagata dal pappone ufficiale di Palazzo Grazioli, Giampi Tarantini, e il viaggetto sulla di lui barca non sono paragonabili a quanto emerge sul conto del premier. Ma consentono agli house organ azzurri di intonare il 'così fan tutti'. E dire che era stato proprio il Tafazzi baffuto, con l'aria di chi la sa lunga, ad anticipare in tv lo scandalo barese con la famosa 'scossa' annunciata all'Annunziata.

Una mossa machiavellica, visto quel che si è scoperto dopo: una sorta di Bicamerale a ore, un giro di squillo che nei giorni pari prestavano servizio a casa Berlusconi e, in quelli dispari, in un appartamentino affittato dal dalemiano Sandro Frisullo, allora vicepresidente della giunta Vendola.

Dopo giorni passati a negare ("Mai conosciuto Tarantini") e a insinuare ("È un'inchiesta di cui non si capisce granché"), quando s'è capito fin troppo, D'Alema ha dovuto ammettere che qualcosa nella sua regione non ha funzionato. Ma battendo il mea culpa sul petto altrui: di Frisullo e degli altri 'amici' beccati a "frequentare gli stessi amici di Berlusconi".

TARANTINI

Poi, alla festa della Giovine Italia, se n'è uscito con un imbarazzante sexy-calcolo: Berlusconi 18 incontri con 30 ragazze, noi molto meno. Cioè: lui è peggio di noi. Elettori in delirio. Ora, la prima qualità di un leader è quella di sapersi scegliere i collaboratori. D'Alema ne azzecca pochini.

Il suo braccio destro è Nicola Latorre, quello che passava i pizzini al berlusconiano Bocchino in diretta tv, quello sorpreso nel 2005 dai giudici di Milano a trescare al telefono non solo con Giovanni Consorte, ma anche con Stefano Ricucci, quello che il 4 agosto proclamava sul 'Corriere' "in Puglia nessuna questione morale".

Un'altra celebre scoperta del talent scout di Gallipoli è Claudio Velardi, già portavoce a Palazzo Chigi, poi lobbista dai multiformi clienti, infine assessore di Bassolino e 'curatore dell'immagine' di Alfredo Romeo, arrestato per tangenti a Napoli.

E l'assessore pugliese alla Sanità Alberto Tedesco, ex Psi, ora indagato per corruzione e cacciato da Vendola dunque promosso senatore, l'aveva imposto Max. Resta solo da capire cos'altro debba combinare un leader del Pd per essere accompagnato alla porta. A parte battere Berlusconi due volte su due e chiamarsi Romano Prodi.

TARANTINI

2- LA LUNGA AMICIZIA TRA IL PM E IL LEGALE DELLA D'ADDARIO
Roberta Catania per "Libero"

Bari è una città piccola. Non tanto per l'estensione, ma perché tutti conoscono tutti. Ed è forse questa la spiegazione più logica agli imbarazzanti collegamenti venuti a galla negli ultimi mesi, collegamenti partiti dai viaggi a Roma di Gianpaolo Tarantini con Patrizia D'Addario e proseguiti con le cene di Massimo D'Alema e quello stesso imprenditore finito nei guai per droga e induzione alla prostituzione.

Il Gianpi presentato a Baffino da politici locali e che l'ex ministro degli Esteri avrebbe incontrato in almeno quattro occasioni: la gita in barca a Ponza e tre cene. Tre, perché ne è appena spuntata un'altra che va ad aggiungersi alle due occasioni ormai note della Pignata di Bari e del ristorante sull'isola Pontina.

NICOLA LATORRE MASSIMO D'ALEMA - COPYRIGHT PIZZI

Il terzo incontro gastronomico, come racconterà Panorama nel prossimo numero in edicola, è stato nel febbraio del 2008 a casa del comune amico Francesco Maldarizzi.

In questa saga, però, la procura non è da meno. Dopo la richiesta di due gip donne di non essere chiamate a giudicare episodi che riguardano l'imprenditore, perché legate a Tarantini da un'amicizia di vecchia data, salta fuori un'altra conoscenza curiosa.

Si dice sia nota ai più (con tanto di foto insieme su Facebook), anche se non sbandierata nei corridoi del palazzo di giustizia, ed è la frequentazione che lega da molti anni altri due protagonisti dell'inchiesta "Letti puliti": l'avvocato Maria Pia Vigilante, legale della escort più famosa del Paese, e il pubblico ministero della Dda Giuseppe Scelsi, titolare proprio dell'indagine che ha reso pubblici i dettagli delle serate private del premier e che poi è stata ridimensionata dal nuovo procuratore capo per l'«esclusione di risvolti penali».

PRODI CORRE 2

Partiamo dalla fine. Giugno 2009: sul Corriere della Sera esce la confessione della D'Addario, affiancata dalla Vigilante, che dà in pasto al giornale i dettagli di alcune serate intime passate in compagnia di Silvio Berlusconi.

Ad indagare su quel filone, uno dei tanti aperti dalla procura barese a carico di Tarantini per aspetti legati alla sanità, è il pm Scelsi, che acquisisce le registrazioni fatte di nascosto dalla escort a Palazzo Grazioli e fa sfilare per giorni nella caserma della Finanza le altre ragazze tirate in ballo dalla bionda accusatrice.

MASSIMO D'ALEMA

Curioso che, fino ad allora, Patrizia era assistita da altri avvocati. «Ce ne sono stati tanti», spiega Giuseppe Barba, ex compagno della escort per 7 anni (durante i quali è stato accusato dalla donna di sfruttamento della prostituzione, salvo poi essere "ripreso" dall'accusatrice non appena è stato scarcerato), «ma il nome della Vigilante l'ho sentito per la prima volta quando è esploso il caso Berlusconi. E assicuro che io li ho conosciuti tutti gli avvocati di Patrizia, perché ho cause e querele in corso con quella donna da tanti anni».

A fare da collante nell'amicizia tra la Vigilante e Scelsi c'è la moglie di lui, Adriana Cimmino, avvocato e presidente della camera penale minorile di Bari, che si occupa di violenze domestiche. Un filone che diventerà la specialità anche del legale della D'Addario, che a sua volta è presidente della onlus "Giraffa", associazione in prima linea nella lotta allo sfruttamento della prostituzione.

GIUSEPPE SCELSI

E il 7 aprile 2006 la Vigilante e il pm Scelsi sono i relatori di un incontro dei Lions sulla «tratta dei nuovi schiavi». L'anno dopo, il 21 maggio 2007, si risiedono allo stesso tavolo (con anche il governatore Nichi Vendola, come si vede nella foto) per presentare uno spot a tutela delle donne che finiscono nel giro della prostituzione.

DADDARIO SBARCA AL LIDO

Ed infatti, a guardare bene, un altro collegamento salta fuori anche tra il presidente della regione e la Vigilante, che grazie ad una delibera dal 7 maggio 2009 rinnova la convenzione con la onlus "Giraffa" per garantire il numero verde di assistenza alle donne maltrattate, girandole i 46.600 euro stanziati dal ministero per le Pari opportunità.

Ma a Bari si conoscono tutti, lo abbiamo detto. E infatti si conoscono bene anche Tarantini e l'imprenditore Maldarizzi, che già aveva messo nei guai D'Alema per la gita in barca a Ponza. Adesso Panorama ha scoperto che l'amico comune ha fatto da tramite per un altro incontro tra il lider Maximo e Gianpi.

Maldarizzi nel febbraio del 2008 aveva organizzato un party in casa, una festa che segue la gita in barca del luglio 2007 e a cui avevano partecipato sia l'ex ministro degli Esteri che l'imprenditore pluringadato a Bari.

Il buffet è in piedi, ma lo scenario è decisamente suggestivo: un attico con piscina in pieno centro, a due passi da Corso Vittorio Emanuele. Pochi mesi dopo, dunque, l'ormai famosa cena alla Pignata di Bari per la campagna elettorale. Eppure D'Alema giura di non conoscere Tarantini.

by dagospia

[18-09-2009]

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