venerdì 18 settembre 2009

trappolone a briatore by england

1- IL CONSIGLIO DI ECCLESTONE: FREGA BRIATORE
Giorgio Terrazzi per il "Corriere della Sera"

È il 17 agosto 2009. Londra, uffici dell'agenzia investigativa Quest che opera per la Fia. NelsonPiquet senior viene interrogato da Martin Smith, e Jake Marsh. L'interrogatorio dura poco meno di un'ora. Una lunga conversazione tenuta sino ad oggi segreta, a differenza di altre.

0SME40 BRIATORE

Il motivo sta forse in alcune dichiarazioni dello stesso Nelson il quale afferma di aver denunciato i fatti di Singapore al braccio destro di Mosley, Charlie Whiting, alla vigilia del Gran Premio del Brasile dello scorso anno. Whiting gli rispose che «non si poteva provare nulla».

Non contento, Piquet dichiara di aver raccontato tutto a BernieEcclestone in Ungheria alla vigilia dell'ultima gara di Nelsinho con la Renault, lo scorso agosto: «Gli dissi: cosa devo fare? Bernie rispose: fottilo» intendendo ovviamente Flavio Briatore.

Ancora, Piquet riferisce di aver detto tutto anche a Mosley. Risposta del presidente Fia: «Charlie (Whiting) mi ha già informato ma non possiamo provare nulla a meno che non arrivi qualcuno a dirmi come stanno i fatti».

Ora, qualche conto non torna. Non spetta a noi giudicare se ci fu frode sportiva o meno a Singapore ma affiorano molti elementi per ipotizzare che la ricerca della verità sia ampiamente subordinata ad altro. Qualche dato: il GP Singapore venne disputato il 28 settembre 2008.

BERNIE ECCLESTONE

Due giorni più tardi (il 30) scadeva l'opzione di Nelsinho Piquet per il 2009, opzione che Briatore non rinnovò nonostante il supposto debito con un pilota che aveva appena sbattuto contro un muro «per la squadra». La delazione a Whiting avviene in Brasile, tra il 30 ottobre e l'1 novembre 2008.

Il 2 novembre Briatore rinnova il contratto di Nelsinho riducendo il compenso da 1,5 milioni di dollari a 1 milione con possibilità di taglio in base alle prestazioni. Il che non quadra con l'incombenza di un possibile ricatto e nemmeno con la nota astuzia di un «ricattabile» Briatore.

La Fia è a conoscenza della cosa da 10 mesi. Eppure l'inchiesta è scattata solo questa estate. Con un avvertimento minaccioso e palese: la squalifica di una gara inflitta alla Renault per una ruota fissata male a Budapest. Squalifica tolta in appello. Un appello al quale i giudici di gara ungheresi non si sono nemmeno presentati.

Per intenderci, la molla persa dalla Brawn di Barrichello che ha ferito Massa in Ungheria non ha prodotto alcuna azione federale. Zero. Dunque, viene da chiedere, intesi i rapporti che intercorrono tra Mosley, Ecclestone e Briatore, con quali finalità questa inchiesta sta andando in porto.

MOSLEY ORGIA

Briatore si è tolto dalla scena, ma una risposta alla domanda viene soprattutto dal comunicato Renault di due giorni fa. Nel quale la casa francese, in pratica, rinuncia a difendersi, ammette la colpa. Il tutto nonostante le trascrizioni delle comunicazioni radio smentiscano Piquet jr. (il quale chiede una sola volta a che punto è la corsa e non più volte come afferma) e non rilevino alcuna responsabilità del manager italiano.

La paura assoluta e manifesta della Renault si basa sulla convinzione di non trovarsi di fronte ad un normale tribunale ma a una giuria (il Consiglio mondiale della Fia) che agisce secondo criteri propri, connessi alla volontà del proprio vertice. Vale a dire Mosley. Quindi cosa accadde davvero a Singapore diventa un tema strumentale.

Lo è già diventato prima del processo. Briatore è fuori. La Renault si è già dichiarata colpevole, mentre, in contemporanea, attacca e denuncia i Piquet davanti a un vero tribunale, quello dello Stato francese. In pratica la Renault è consapevole di non poter essere giudicata dal tribunale Fia in base ai fatti. Piuttosto, sembra chiedere clemenza all'onnipotente sovrano.

2- STAMPA INGLESE SCATENATA «ORA DEVE LASCIARE ANCHE IL CALCIO»
Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"

Un titolo schiacciante, «Il peggior imbroglio nella storia dello sport». Una pagina in bianco e nero, quasi a lutto. Un editoriale affidato alla penna di Simon Barnes, tra le più importanti firme del giornale. Così il Times si occupava ieri dell'affaire Renault.

Un episodio increscioso, a sentire la ricostruzione del pilota Nelson Piquet Junior, che ha portatoFlavio Briatore al disonore delle cronache nel suo paese adottivo. «La disperata caccia al successo che ha trasformato un abile imprenditore in un feroce rischiatutto». «Briatore distrutto dal carisma che aveva alimentato la sua ascesa».

Prima ancora delle udienze della Fia a Parigi lunedì, la stampa si è sbizzarrita e non solo quella britannica, se è vero che la radio France info ha visto nella scelta dell'italiano la disfatta dell'immagine del gruppo Renault.

Per i giornali d'Oltremanica esplorare nei dettagli e in modo sensazionalistico la caduta di un personaggio in vista non è che normale amministrazione. Ne sanno qualcosa Max Mosley, perseguitato per mesi per via dei suoi festini, Heather Mills, ex moglie di Paul McCartney di cui la stampa ha rivelato i particolari più intimi, e ancora decine e decine di celebrità.

È in questo quadro che si inseriscono le sei pagine dedicate al caso dalla sezione sportiva del Times così come il lungo articolo in terza centrato su Briatore, le tre pagine del Guardian , nonché i resoconti dei tabloid.

Tutti hanno tracciato il percorso di Briatore da istruttore di sci piemontese a imprenditore e playboy di fama mondiale. Sul Guardian Richard Williams ha ricordato la condanna a quattro anni e mezzo di prigione per l'affare Paramatti Vernici, pur definendo l'ex patron «la creatura più esotica della Formula 1».

«Uno sport - ha precisato il giornalista - che prima del suo arrivo non aveva mai visto nulla di simile», un uomo la cui passione «era il successo, non le monoposto o i gran premi e che, per sua ammissione, gestiva la squadra come avrebbe gestito qualsiasi altra società».

Sicuramente sino a pochi giorni fa Briatore era il variopinto protagonista delle cronache e del gossip che il lettore inglese guardava con un occhio di simpatia. Ha stregato, dopotutto, le donne più belle del mondo, da Naomi Campbell, a Heidi Klum alla moglie Elisabetta Gregoraci.

A Londra è proprietario di una squadra di calcio, diventata un po' l'accessorio must degli uomini che contano, da Roman Abramovich (Chelsea), a Bernie Ecclestone, partner di Briatore al Queens Park Rangers. È suo uno dei ristoranti più ricercati della capitale. Il marchio Billionaire è rappresentato a Londra da una boutique di haute couture.

Ora è tutto in ballo. A sentire la Bbc , così come il Times , il suo rapporto con il Qpr potrebbe essere rivisto. Il regolamento della Football league, infatti, richiede dal 2004 che i proprietari delle società siano «fit and proper», ovvero moralmente inappuntabili.

La lega per ora non commenta, aspetta le udienze di Parigi, i tifosi invece hanno già deciso. Il sito di Independent Rs , un'associazione di supporter, parla di «comportamento poco sportivo» che ha portato il Qpr al centro dell'attenzione per le ragioni sbagliate.

Il loro desiderio: che Briatore venda la sua quota a Lakshmi Mittal, il magnate dell'acciaio che è l'uomo più ricco della Gran Bretagna.

by dagospia

[18-09-2009]

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