1 - GOTTI TEDESCHI NUOVO PRESIDENTE IOR...
(AGI) - Ettore Gotti Tedeschi e' stato anche cofondatore, membro del Cda e del comitato esecutivo e poi Ad di Akros Finanziaria, banca di investimenti. Dal 2004 al 2007 e' stato consigliere di amministrazione indipendente, nominato dal ministro dell'Economia, della Cassa Depositi e Prestiti, di cui e' di nuovo nel Cda dal 2009. Dal 1996 al 2006 ha insegnato anche Etica economica all'Universita' di Torino.
Il nuovo presidente dello Ior gode della fiducia del card. TarcisioBertrone, segretario di Stato, al quale di fatto si deve la nomina di oggi, e sabato scorso ha affiancato il presidente della Cei,card. Angelo Bagnasco, nella presentazione a Genova dell'Enciclica "Caritas in veritate".
GIANLUIGI NUZZIL'avvicendamento allo Ior, atteso da tempo, arriva a poche settimane dalla pubblicazione del libro "Vaticano s.p.a" in cui l'autore Gianluigi Nuzzi denuncia compromissioni dello Ior successive alla gestione Marcinkus, consumate in particolare nel periodo nel quale con Caloia, eletto presidente da poco, era rimasto al vertice della Banca Vaticana in qualita' di "prelato" l'ex numero due della gestione Marcinkus, mons. Donato De Bonis. L'operazione "trasparenza" sarebbe stata pero' sponsorizzata dallo stesso Caloia il cui mandato scadeva nel marzo 2011
2 - NOMINATI NUOVI MEMBRI CONSIGLIO SOVRINTENDENZA IOR...
(Adnkronos) - La Commisione cardinalizia di vigilanza dell'Istituto Opere di Religione, lo Ior, presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di stato vaticano, ha rinnovato il consiglio di sovrintendenza del medesimo istituto.
E' quanto comunica la Sala stampa della Santa Sede. I nuovi membri sono: Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo (Usa), Giovanni de Censi, Presidente del Credito Valtellinese (Italia), Ettore Gotti Tedeschi, Presidente della Santander Conumer Bank (Italia),Ronaldo Hermann Shmitz (Germania) e Manule soto Serrano (Spagna).
LIBRO VATICANO3 - IOR, VIA LIBERA PER GOTTI TEDESCHI...
Orazio La Rocca per "la Repubblica"
Da presidente dell´Istituto per le Opere di Religione a Consigliere dello Stato della Città del Vaticano. E´ questa la proposta che Oltretereve è stata fatta al professor Angelo Caloia per convincerlo a lasciare la presidenza dello Ior, la banca vaticana che guida da oltre 20 anni, dopo essere subentrato su decisione di Giovanni Paolo II nel 1989 all´allora presidente, il vescovo Paul Marcinkus - recentemente scomparso - coinvolto nel crack del vecchio Banco Ambrosiano. La proposta gli è stata formulata nei giorni scorsi dalla Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. E, a quanto si è appreso, sembra che l´attuale presidente sia disposto ad accettare, pur potendo restare in carica fino al 14 marzo 2011.
GOTTI TEDESCHISuperato lo scoglio-Caloia, la strada per girare pagina al vertice della banca vaticana dovrebbe andare tutta in discesa in direzione di quel «riassetto e trasparenza» espressamente voluto da Benedetto XVI e dal suo braccio destro, il cardinale Bertone.
Una scelta di rinnovamento che già era nell´aria fin dall´avvento di papa Ratzinger. Ma che negli ultimi mesi ha forse avuto la spinta definitiva anche dalla pubblicazione del libro-verità «Vaticano Spa» (Chiarelettere), il best seller scritto da Gianluigi Nuzzi sulla base di documenti inediti dello Ior relativi a scandali finanziari vecchi e nuovi, e a lotte intestine consumate all´ombra della stessa banca vaticana.
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4 - IN BANCA IL PAPA HA UN SEGRETO
Francesco Bonazzi per l'espresso
Chi negli ultimi tempi ha avuto l'onore di frequentare lo spettacolare appartamento che il cardinale Angelo Sodano si è ricavato al piano nobile del Collegio Etiopico, dentro le mura vaticane, giura che ormai ci siamo: la nomina del sostituto di Angelo Caloia alla guida dello Ior è questione di giorni.
ANGELO CALOIAPer la guida della riservatissima banca vaticana, accreditata di un patrimonio non inferiore ai 5 miliardi di euro, è ormai un derby a due traAntonio Fazio ed Ettore Gotti Tedeschi (anche se ovviamente non si può escludere una qualche sorpresa tedesca dell'ultima ora, se papa Ratzinger tirasse fuori un terzo nome).
L'ex governatore di Bankitalia, inseguito dalla giustizia italiana per la famosa estate delle scalate bancarie e dei suoi rapporti con GiampieroFiorani, appare in svantaggio su Gotti Tedeschi, da sempre uomo del Santander in Italia, commentatore economico dell'"Osservatore Romano" e formidabile tessitore di rapporti con Giulio Tremonti.
Ma Fazio può ancora contare sulla solida amicizia di Sodano che, pur avendo ceduto la carica di segretario di Stato a Tarcisio Bertone, si muove a tutto campo anche grazie ai continui viaggi e ai mille impegni del successore. Così, il pellegrinaggio a casa Sodano è lo stesso dei bei tempi passati, forse perfino più rilassato e selezionato. E l'ex segretario di Stato, poi, trova sempre il modo di riversare i suoi consigli terreni a Benedetto XVI, senza mancare di rispetto a Bertone.
GERO21 ANTONIO FAZIOE se si parla di organigrammi la casella di presidente dello Ior è una di quelle con la "e" maiuscola. Fazio, pare abilmente consigliato dal duoSodano-Giulio Andreotti (che allo Ior avrebbe perfino un conto cifrato, come sostiene Gianluigi Nuzzi nel bestseller "Vaticano Spa"), la settimana scorsa ha fatto una gran mossa: si è fatto da parte, spiegando alle alte sfere vaticane che il non aver concluso la sua via Crucis giudiziaria lo turba troppo.
Il timore del banchiere di Alvito è che «schizzi di fango» possano recare oggettivo danno a Santa Madre Chiesa. E lui, che ne è figlio devotissimo, mai vorrebbe far correre un simile rischio da presidente dello Ior. Un giocare d'anticipo, e di sacrificio, che al torrione Niccolò V, sede della "mono-sportello" banca vaticana, molti interpretano come un formidabile passo indietro. Per farne due in avanti.
Di fronte a una simile "autoesclusione" non c'è cascato neppure il sessantatreenne (dieci in meno diFazio) Gotti Tedeschi, che continua il suo operosissimo tran tran quotidiano fra la sua Piacenza e Milano. Sveglia alle cinque, arrivo a Milano con la sua Bmw entro le 7 per la lettura dei quotidiani, messa in San Babila alle 8 «per non perdere mai la bussola».
LAR44 GIAMP FIORANIDello Ior non parla con nessuno, forse neppure con la propria ombra, ammesso che ancora la proietti. Gotti Tedeschi, «molto vicino all'Opus Dei», come si dice con curiale prudenza, ha una dimensione pubblica e una privata. Quella pubblica è affidata in gran parte all'insegnamento economico in Cattolica e agli editoriali che da un anno scrive sull'"Osservatore Romano", fenomenale vetrina mondiale per quei prelati che ancora non lo conoscessero.
Editoriali dai quali si capisce quanto la dottrina sociale di Ratzinger e il suo approccio al mercato siano influenzati dalle teorie mercatiste del banchiere piacentino ("Anche il mercato è un dono di Dio", ama ripetere). La dimensione privata è quella di un uomo che ha cinque figli e che nel pochissimo tempo libero sta con la famiglia e al massimo invita qualche selezionato amico nella sua casa con "hortus conclusus" (molto simile a un convento, giura chi la frequenta).
Quella che sta nel mezzo è la dimensione di banchiere e uomo d'affari, utilissima per capire perché Gotti Tedeschi sia in pole position per lo Ior. Se si guarda il suo curriculum, si rimane colpiti dagli esordi nella consulenza al fianco di due cristiani passati a miglior vita: il professore milanese Pietro Gennaro, uno dei padri della consulenza italiana, e il "Cuccia bianco" Gian Mario Roveraro, ucciso da una banda di rapitori due anni fa.
ROVERARO IL GIORNALECon Roveraro ha fondato la Akros, che negli anni Ottanta si è proposta come contraltare (nel vero senso della parola) a Mediobanca ed è stato tra i registi della quotazione della Parmalat dell'amico Calisto Tanzi. Nel '92, poi, l'improvvisa rottura con Roveraro, con il quale aveva vissuto anche stagioni pericolose come la corsa al patrimonio della Federconsorzi e l'assistenza alla Fisvi del mitico Saverio Lamiranda, uno dei protagonisti più discussi della privatizzazione Sme.
C'è chi dice che la rottura con Roveraro, mai spiegata dai protagonisti, sia avvenuta proprio su Parmalat. Certo è che, dopo l'unico divorzio della sua vita, Gotti Tedeschi ha saputo ritagliarsi una seconda e lunga stagione come plenipotenziario italiano della famiglia Botin, ovvero i fondatori e proprietari del cattolicissimo Banco di Santander (anch'essi molto vicini all'Opus).
Per anni ne ha gestito pure la rilevante quota nel Sanpaolo di Torino, dove ancora siede forse l'unica persona che Gotti abbia mai stentato a perdonare: il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, il geometra Enrico Salza. La storia va raccontata perché dice molto del probabile futuro capo dello Ior.
Pare che per tutto l'autunno del 2006 Salza abbia giurato e spergiurato al pio Gotti che non avrebbe venduto la banca ai milanesi di Corrado Passera, un progetto che inorridiva i cattolicissimi soci del Santander. È andata come è andata e vista la faticosa uscita degli spagnoli da "Sant'Intesa" avrebbe potuto anche segnare la fine della carriera del loro plenipotenziario italiano, per giunta cattolicissimo come il conquistatore Giovanni Bazoli.
CORRADO PASSERA - COPYRIGHT PIZZIE invece Gotti Tedeschi trascinò Salza di fronte a Emilio Botin e gli fece ripetere la formale assicurazione. Un passo che gli ha probabilmente allungato - e di molto - la carriera. Non solo, ai pochi amici con i quali ha confidato quella grande amarezza, Gotti Tedeschi ha l'abilità di fornire una versione dell'odiata fusione che salva Bazoli e indica nel solo Passera il regista, con un Salza che all'ultimo momento non avrebbe potuto non onorare «una qualche cambiale con gli amici».
Che, nella testa di Gotti, sarebbero ovviamente quanto di più lontano dall'Opus. Non aver guastato i rapporti con Bazoli, anche in chiave di una gestione futu ra del complesso portafoglio Ior, è sicu ramente cosa buona e utile. Per il resto, colpisce lo straordinario rapporto che un uomo dal carattere non facile come Tremonti ha voluto e saputo cementare con Gotti Tedeschi nell'ultimo anno.
Dopo averlo nominato suo personale consulente «per gli affari economici, finanziari ed etici», il ministro dell'Economia lo ha appena scelto al posto di Salvatore Rebecchini alla presidenza di F21, il fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale. Una scelta di campo ben chiara, per un antifazista convinto e di provata fede come Tremonti.
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