Villa Castelli (Br) – Elezioni da rifare. Tutto da ripetere per la scelta del primo cittadino dopo la pronuncia dei giudici del Tar chiamati in soccorso dal candidato “sconfitto”: la carta del ricorso per chiedere l’azzeramento del risultato di giugno è stata giocata e vinta da Vitantonio Caliandro, “il maestro” di animo socialista, dopo aver perso nel duello familiare con Francesco Nigro, il nipote, ex delfino, approdato al Comune con uno scarto di 336 voti (3.305 rispetto a 2.969). Scacco elettorale. Quel numerino a tre cifre la differenza l’ha fatta sul piano della giustizia amministrativa e ha portato alla “defenestrazione” del sindaco con il ritorno alle urne. Praticamente un colpo di scena dal sapore politico-elettorale con un retrogusto casalingo che qualcuno ha voluto paragonare a una soap per l’intensità dell’effetto sorpresa. Da infarto visto lo scossone nel comune che conta poco più di novemila anime, settemila delle quali aventi diritto al voto. Il provvedimento con cui è stato proclamato sindaco di Villa Castelli Nigro è stato annullato: non è più il primo cittadino dopo il dispositivo consegnato dai magistrati amministrativi per i quali la parola deve essere data di nuovo ai cittadini, salvo il ricorso al Consiglio di Stato con annessa richiesta di sospensiva, che rappresenta il secondo e ultimo grado di giudizio.
E che, naturalmente, sarà azionato dal detronizzato non appena saranno depositate le motivazioni. I giudici del Tribunale amministrativo regionale, sezione di Lecce, hanno annullato il verbale della proclamazione, accogliendo in toto il “reclamo” depositato da Vitantonio Caliandro contro Francesco Nigro che all’indomani della cerimonia ufficiale ha iniziato a lavorare per il suo “bis” nel Palazzo, in cui arrivò grazie allo zio, un veterano della politica, capace di governare per due lustri Villa Castelli. La puntata forse più tribolata della saga politico-casalinga in scena negli ultimi tre anni, è arrivata ieri. Ed è destinata ad avere ripercussioni tali da prefigurare una battaglia ancora più dura rispetto a quella vista sinora tra i due, entrambi determinati a scrivere la parola vittoria.
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