martedì 15 settembre 2009

dove trovano i soldi gli agnelli?

Ormai è chiaro che dentro la Sacra Famiglia degli Agnelli e nella Fiat circolano tre anime: industriale, finanziaria, politica.

FIA112 FRANCESCO PAOLO MATTIOLI MO

L'anima "politica" è incarnata plasticamente da Luchino diMontezemolo che con le sue mosse crea molti dubbi e interrogativi. Mentre lo danno proteso a creare il Grande Centro insieme a Fini,Casini, Enrico Letta, Comunità di sant'Egidio by Riccardi e Paglia, eccolo entrare venerdì scorso con una "500" color crema e la cappotta aperta nell'atrio di Palazzo Chigi per un colloquio "lungo e cordiale" con Berlusconi e con Gianni Letta (il pio Talleyrand sbullonato dalle escort baresi sul quale sono in pochi a scommettere per l'eredità di papi-Silvio).

BERLUSCONI ABBRACCIA MARCHIONNE

Il ragazzo dei Parioli e presidente della Fiat a dicembre o a giugno del prossimo anno potrebbe lasciare il vertice della Casa torinese ed è questa la ragione per cui si muove senza confini precisi alla ricerca di una collocazione prestigiosa e redditizia.

Luchino sa fare il calcolo e tutte le sue iniziative (anche quelle più nobili della Fondazione "Italia Futura") non sono disinteressate. Questo spiega perché rifiuti il ruolo di salvatore della Patria, che in verità nessuno gli ha offerto, e si tenga le porte aperte sulle partite che interessano la Fiat in questo momento (a cominciare da quegli incentivi che le hanno consentito di risollevarsi dalla crisi).

MARCHIONNE E CORDERO DI MONTEZEMOLO

Ed è di questo che probabilmente Luchino ha parlato con Berlusconi al quale deve aver raccontato anche del suo incontro avvenuto il giorno prima a Monza con il "muratore" Emilio Botin, il potente presidente del Banco Santander che sarà sponsor di Ferrari per i prossimi cinque anni portando a Maranello 200 milioni di euro e il pilota Alonso (come Dagospia aveva scritto un anno fa).

Montezemolone il furbone non vuole essere l'uomo dei poteri forti, ma vuole avere lui un potere forte e per farlo preferisce i tempi lunghi e non rompere assolutamente quel cordone ombelicale che lo lega alla Sacra Famiglia degli Agnelli.

Quest'ultima deve vedersela con l'anima "industriale" del Gruppo e con l'anima "finanziaria". Per quanto riguarda la prima l'ammirazione del 31enne Yaki e dei suoi parenti è rivolta verso "l'uomo volante", il Marpionne che come un novello Lindbergh, attraversa l'Atlantico ogni settimana per trascorrere i giorni feriali a Detroit e quelli festivi a Torino.

Nessuno sa bene che cosa stia combinando dentro la Chrysler e se abbia incassato con fair play la botta della vendita di Opel alla cordata tedesco-russa di Magna. L'ufficio stampa della Fiat in questi ultimi due mesi si è limitato a dire che la strategia industriale del manager dal pullover sgualcito lo ha portato a comprare una casa a Detroit e a tagliare le teste dei manager come aveva fatto nel 2004 quando era entrato in Fiat.

LAPR02 YAKI ELKANN

È un po' poco, ma di Marpionne si sa comunque che è un manager pesante, capace di reggere qualsiasi urto, e quindi a Yaki e alla Famiglia tocca il ruolo di spettatori passivi. Se poi gli operai di Termini Imerese e di Pomigliano d'Arco saliranno sui tetti per contestare, questo è un problema che l'anima "politica" di Luchino potrebbe affrontare nelle sedi romane.

Per adesso l'attenzione del giovane Elkann e della Sacra Famiglia è interamente rivolta all'acquisto di banca Fideuram, che Corradino Passera ha deciso di vendere. E qui spunta fuori la terza anima della Sacra Famiglia, quella "finanziaria", che attraverso la cassaforte Exor è pronta a mettere sul tavolo (insieme a due fondi americani) qualcosa come 3,8 miliardi di euro.

GABETTI GRANDE STEVENS

La cifra è impressionante e fa certamente gola a Corradino Passera e IntesaSanPaolo che in caso di conclusione dell'accordo, resteranno azionisti di Fideuram con il 20%.

Questa operazione non nasce nella mente del giovane Yakianche se è nota la sua passione per la finanza e per il marketing. All'origine c'è probabilmente il disegno di Gianluigi Gabetti e di Franzo Grande Stevens di rafforzare il polmone finanziario della Famiglia nel momento in cui in giro per il mondo c'è un mare di liquidità. E con loro c'è Braggiotti, il finanziere da sempre amico di Fiat e consulente di Intesa, che una volta conclusa la vicenda si porterà a casa una commissione di 50 milioni di euro.

MONTEZEMOLO E BOTIN

C'è da chiedersi perché Corradino Passera voglia cedere questo gioiello che alla fine di giugno gestiva una massa di denaro pari a 62,6 miliardi e aveva chiuso i conti del primo semestre con un utile di 90 milioni.

La risposta si trova su molti giornali che spiegano come Passera e la sua banca vogliano girare alla larga dai Tremonti bond che costano troppo, e rafforzare il patrimonio di Ca' de Sass con la cessione di asset di grande valore.

Rispetto alla ciambella di salvataggio di Tremonti, Passera sceglie la strada del "fai-da-te" e a costo di finanziare con 500 milioni l'operazione di Yaki su Fideuram, non ha alcuna voglia di farsi condizionare dal genietto di via XX Settembre.

GERARDO BRAGIOTTI EMMA MARCEGAGLIA - COPYRIGHT PIZZI

Ciò che desta grande stupore e che si capirà soltanto verso la fine di questo mese quando si terrà il consiglio di amministrazione di BancaIntesa per decidere su Fideuram, è la ragione per cui la Sacra Famiglia torinese si spinge ad affrontare un'operazione così impegnativa e imponente. Le obiezioni non mancano, a cominciare da chi accusa Yaki e i suoi parenti di intaccare il core business dell'automobile con un'operazione finanziaria di oltre 3 miliardi.

GIULIO TREMONTI - COPYRIGHT PIZZI

Chi conosce la storia della Fiat ritorna con il pensiero agli anni in cui si è consumata una dialettica storica tra l'anima industriale e quella finanziaria che ha portato al declino della Casa automobilistica. È una storia che comincia nel 1974 quando nel quartier generale di Corso Marconi arrivò Cesarone Romiti che un anno dopo nominò Francesco Paolo Mattioli (appena 34enne) direttore della finanza Fiat.

I due operano di concerto per ristrutturare secondo la loro "vision" l'azienda dell'automobile e a questo proposito creano la Fidis, una creatura che diventa il cervello di tutte le grandi manovre finanziarie della Casa torinese. Per terra lasciano morti e feriti, tra questi quell'ingegner Ghidella che a distanza di decenni è ancora considerato l'uomo dell'automobile che avrebbe potuto evitare i disastri dettati da una prevalente mentalità finanziaria.

In nome della "diversificazione" Romiti e i suoi manager cercano nuovi business negli ospedali, nella costruzione di case (con l'Italstat di Bernabei) e perfino nei prodotti biomedicali (Sorin).

Come ha raccontato bene Paolo Panerai, editore e direttore di "MilanoFinanza", in un articolo pubblicato sabato, in quegli anni l'Ifil si butta anche nel settore del denaro gestito e nei fondi di investimento con la benedizione non solo di Romiti ma anche di Gabetti e di Umberto Agnelli.

GIOVANNA SALZACESARE ROMITI ANTONELLA DI CAMERANA - COPYRIGHT PIZZI

L'avventura dei servizi finanziari finisce alla fine degli anni '80 per la crisi dell'automobile che costringe la Fiat a uscire dalla finanza e dal mercato assicurativo dove era presente con la Compagnia Toro.

Lo scenario adesso è cambiato ed ecco la Sacra Famiglia degli Agnelli, la stessa che non ha cacciato un dollaro per aiutare Marpionne nella conquista di Opel, pronta a scucire più di 3 miliardi pur di mettere le mani su Fideuram. L'anima finanziaria viaggia sulle ruote solide della liquidità di Exor (stimata in circa 1 miliardo) ed è pronta a cogliere l'opportunità offerta da quel Corradino Passera che è sempre stato vicino ai torinesi e vuole snobbare Giulietto Tremonti.

È presto per dire se questa mossa porterà l'ambizioso Luchino e l'amerikano Marpionne a dividere le loro strade dal Lingotto, come è sbagliato e fantascientifico insinuare che l'acquisto del colosso del risparmio Fideuram serva "per coprire nella più assoluta riservatezza" il rientro di patrimoni familiari che lo scudo fiscale di Tremonti obbliga a riportare alla luce. Questa insinuazione appare sul blog del giornalista economico Oscar Giannino, che l'ha riportata come l'opinione personale di un grande banchiere italiano.

OSCAR GIANNINO - COPYRIGHT PIZZI

L'unico fatto certo è che Luchino, Marpionne e Yaki esprimono anime diverse e giocano partite differenti sul tavolo della politica, dell'industria e della finanza.
Che cosa leghi le loro strategie rischia di diventare un enigma.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO - COPYRIGHT PIZZI

2 - PERCHÉ EXOR COMPRA FIDEURAM...
http://www.chicago-blog.it
di Oscar Giannino

Si sprecano tesi e interpretazioni sul perché nel comitato di gestione di Intesa a fine mese la banca guidata da Corrado Passera cederà proprio alla Exor degli eredi Agnelli Banca Fideuram, per poco più di 3 bn. nel settore assicurativo e nel risparmio i controllanti di Fiat sono entrati e usciti a più riprese nella loro storia, a seconda degli anni buoni o cattivi dei capitali che potvano liberare o concentrre nell'auto.

PAOLO PANERIA

Dunque oggi si potrrebbe pensare che essendo ormai Fiat un'azienda il cui più consistente apporto patrimoniale è americano, si può passare dagli anunci di diversificazione ai fatti. Anche se resta il controsenso di dover cercare capitali sul mercato o dalle banche per questa acquisizione, e chissà che non sia la stessa Intesa a fornirli...

Ma aggiungo una battura illuminante che mi ha fatto ier l'altro un banchiere -- il migliore in Italia, secondo me -- apprendendo della trattativa torinese in corso. "Non stia ad almanaccare", mi ha detto
ghignando. "Comprano un gestore di risparmio perché solo così possono far rientrare i loro patrimoni contando sulla più assoluta riservatezza". Insomma, meglio Fideuram che Margherita.

by dagospia

[14-09-2009]

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