I FURBETTI DELLA SUINA - MA GUARDA UN PO’, L'INFLUENZA A È UN AFFARE DA 500 MILIONI DI DOLLARI E ARRIVA PROPRIO MENTRE I GOVERNI RIDUCONO LA SPESA SANITARIA - IL N.1 DI ASTRAZENECA, DAVID BRENNAN, IN POLE NELLA CACCIA AL VACCINO: “L'IMPATTO POSITIVO SUI CONTI È RILEVANTE”…
Luca Davi per "Il Sole 24 Ore"
In palio ci sono 500 milioni di dollari. Abbastanza anche per un colosso che nel 2008 ha registrato ricavi per 31,6 miliardi di dollari. Per questo AstraZeneca, gruppo farmaceutico anglosvedese tra i primi sei al mondo, non vuole perdere tempo. Nella gara alla produzione dei vaccini contro l'influenza A/H1N1, spiega il ceo del gruppo, David Brennan, in un'intervista concessa al Sole-24Ore, «è solo una questione di velocità».
Essere più rapidi delle altre compagnie del Big Pharma nello sviluppare i brevetti, nell'ottenere il via libera dalla autorità regolatrici e nel commercializzare i farmaci (AstraZeneca è l'unica ad aver proposto nelle scorse settimane un vaccino in spray), può essere decisivo. Soprattutto per rivitalizzare ricavi che nel primo semestre sono rimasti stazionari, a circa 15,6 miliardi di dollari.
DAVID BRENNAN CEO DI ASTRA ZENECALo scoppio dell'influenza A sembra essere arrivato al momento giusto: le società farmaceutiche sono alle prese con la riduzione della spesa sanitaria da parte dei governi...
Non c'è dubbio. Le aziende che producono farmaci antivirali stanno traendo beneficio dalla fase attuale: i governi aumentano gli stoccaggi di medicine e l'impatto positivo sui conti è rilevante.
E per voi, quale sarà l'effetto sui conti?
Con il governo americano abbiamo un contratto di fornitura da 12 milioni di dosi dal valore complessivo di 120-140 milioni di dollari. Tuttavia, se l'amministrazione Obama acquisterà tutta la fornitura che oggi abbiamo già a disposizione, e posto che i produttori ci forniscano i dispositivi inalatori, potremmo raggiungere un giro d'affari globale di circa 500 milioni di dollari.
Gli allarmismi sono giustificati?
Nessun virus ha mai infettato così tante persone in così tanti paesi così velocemente. E da decenni la Oms non pronuncia la parola "pandemia", così come è accaduto nelle scorse settimane. C'è da temere un picco in autunno: difficile prevedere ora quanto sarà grave.
In tutto il mondo state ristrutturando la catena produttiva. Ai tagli faranno da contraltare investiment?
Per la fine del 2013 contiamo di aver eliminato 15mila posizioni (65mila gli impiegati complessivi, ndr): alcune persone saranno riallocate. Ridurremo settori come produzione e ricerca e sviluppo. Nel frattempo lanceremo nuovi prodotti per il trattamento di malattie cardiovasco-lari, metaboliche, per l'oncologia e la gastroprotezione.
E in Italia? Lo scorso giugno avete venduto a l'unico vostro stabilimento produttivo esistente in Italia, a Caponago. Qui rimane solo l'amministrazione...
Per il momento non sono previsti licenziamenti. Non possiamo invece commentare le strategie della nuova azienda (Icig, International Chemical Investors Group, ndr). Spetterà al nuovo management prendere le decisioni, tuttavia confidiamo che i prodotti che verranno realizzati in futuro garantiscano la continuità operativa.
A proposito di strategie, la politica sanitaria del presidente Obama vi preoccupa?
In qualità di presidente di turno di PhRma, l'associazione composta da circa 30 delle maggiori case farmaceutiche mondiali, posso dire che alcune idee sono buone, altre vanno migliorate. Di sicuro non accetteremo un controllo governativo sul livello dei prezzi. Siamo sostenitori di un sistema basato sulla libera concorrenza.
Per lungo tempo siete stati citati come obiettivo di fusioni o acquisizioni.
Nonostante le recenti operazioni nel settore, sono convinto che economie di scala crescenti non garantiscano necessariamente benefici nel nostro settore. Al momento stiamo sondando il terreno ma per acquisire tecnologie e know-how tramite l'assorbimento di piccole società, non grandi gruppi.
Alcuni analisti hanno declassato il giudizio sul vostro titolo a Londra. Siete preoccupati?
Sono ottimista per quanto riguarda la potenziale creazione di valore della società, mentre è il mercato a decidere il prezzo del titolo. Tuttavia rimango fiducioso: molto del nostro valore è ancora sotto traccia. E anche grazie al lancio di nuovi prodotti nei prossimi mesi, riusciremo a esprimerlo.
by dagospia
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